Home Calcio 360º Al via la Premier League 2018/2019: presentazione della stagione

Al via la Premier League 2018/2019: presentazione della stagione

by Redazione Sport Team Calabria

Sarà l’Old Trafford il prestigioso palcoscenico che darà il via alla stagione 2018/2019 di Premier League, a detta di molti il campionato più affascinante del mondo. Questa sera, ore 21:00 italiane, i padroni di casa del Manchester United affronteranno il Leicester City orfano di Riyad Mahrez in quella che si prospetta una sfida peculiare sotto un curioso punto di vista: secondo la maggioranza dei bookmaker britannici, infatti, Claude Puel, attuale manager delle Foxes, e José Mourinho sono i nomi più quotati per un esonero precoce nel corso della stagione. Se ciò non significa necessariamente che chi otterrà un risultato negativo questa sera verrà sbattuto fuori dalla porta di casa dalla rispettiva società, è invece evidente come la situazione in cui si trovano attualmente i due allenatori sia abbastanza under pressure e, di conseguenza, l’incontro di stasera rappresenta già un crocevia abbastanza importante per il prosieguo della rispettiva stagione.

I malumori di José Mourinho

Il Manchester United di José Mourinho lo scorso campionato si è piazzato secondo dietro il solo Manchester City di Guardiola, un risultato di per sé non malvagio, se non fosse per i 19 punti di distacco dalla compagine campione d’Inghilterra, un solco giudicato decisamente troppo profondo per essere realmente soddisfatti della propria stagione. Come se non bastasse, la scarsa qualità di gioco distillata da Mourinho e dai suoi giocatori non ha per nulla soddisfatto pubblico e critica, creando non pochi malumori e borbottii attorno ad Old Trafford, in aperto contrasto con lo scintillante style of play dei dirimpettai Citizens. Ciò ha creato una chiara frattura tra José Mourinho e il pubblico mancuniano, ma anche tra l’allenatore stesso e la sua squadra, Pogba in primis, ormai pienamente conscia di non sapersi esprimere al meglio sotto la guida del tecnico portoghese.

Nonostante questo, la società ha deciso comunque di non intervenire massicciamente sul mercato, né in entrata, né in uscita, lasciando dunque non esaudite le precise richieste di Mourinho, che ha potuto accogliere solo il centrocampista brasiliano Fred e il giovanissimo centrale difensivo Diogo Dalot, 19 anni, giunto dal Porto e attualmente infortunato. Il messaggio della società è fin troppo chiaro: Mourinho dovrà lavorare con il materiale – considerato di altissima qualità – che ha già a disposizione in squadra, in quanto i potenziali nuovi innesti richiesti dal portoghese, secondo il giudizio della proprietà, non avrebbero apportato nulla in più rispetto ai giocatori già presenti in rosa. Sotto quest’ottica si può leggere anche la mancata partenza di Anthony Martial, che il tecnico portoghese non è proprio riuscito a valorizzare all’ombra dell’Old Trafford e che ha rappresentato uno degli investimenti più importanti dello United negli ultimi anni.

La lotta per lo scettro

Nonostante questo, e in luce soprattutto al secondo posto conquistato lo scorso campionato, in attesa di trovare la giusta amalgama (con o senza Mourinho), il Manchester United rimane comunque una delle principali pretendenti al titolo attualmente detenuto dal Manchester City di Guardiola. I Citizens sono ormai, con pieno merito, una solida realtà elitaria della Premier League, e il ciclo di Pep Guardiola, che sta per iniziare il suo terzo anno consecutivo sulla panchina dell’Etihad Stadium, sembra essere giunto alla sua piena fase di maturazione. La squadra del tecnico catalano è un mix esplosivo di grandi campioni affermati (Aguero, De Bruyne, Sterling) e giovani talenti in rampa di lancio (Sané, Gabriel Jesus, Laporte). I nuovi acquisti, Riyad Mahrez dal Leicester City e la giovanissima stella australiana classe ’99 Daniel Arzani, apporteranno solo ulteriore qualità e potenzialità in una rosa già fortissima e dinamica; non è un mistero che il prossimo obiettivo dello sceicco Mansour, a settembre da 10 anni alla guida degli Sky Blues, sia la Champions League. Insieme e forse più dello United, le principali pretendenti al titolo saranno, ancora, Tottenham e Liverpool.

Gli Spurs di Mauricio Pochettino hanno già collezionato un record senza scendere un solo minuto in campo: il Tottenham è infatti la prima squadra di Premier League, dal lontano 2003, che non ha messo a segno un solo colpo di mercato in entrata. In compenso, nessuno è andato via dal nord di Londra: le sirene di mercato (flebili, in realtà) provenienti dalle coste spagnole nei confronti delle stelle Eriksen e Kane si sono rivelate un nulla di fatto. L’ossatura della squadra è la medesima dell’anno precedente, con alcuni giovincelli che scalpitano a centrocampo: Luke Amos è in rampa di lancio e il talentuoso Harry Winks sta recuperando velocemente dall’infortunio. Il Tottenham aspetta il suo nuovo stadio, soprattutto, per diventare ufficialmente uno dei club più importanti a livello planetario, e nel frattempo proverà a mettere il bastone tra le ruote a Guardiola & Co.

Il Liverpool, dal canto suo, è forse la compagine – tra le big d’Inghilterra – che meglio s’è mossa sul mercato, sistemando di fatto le lacune che caratterizzavano la squadra di Klopp lo scorso anno, specialmente per quanto riguarda la lunghezza della rosa. Sotto le tribune storiche di Anfield sono arrivati, a iosa, muscoli, tecnica e qualità: Naby Keita e Fabinho, rispettivamente dal RB Lipsia e dal Monaco, andranno a formare una delle coppie di centrocampo più forti di campionato, se non la più forte. La porta, con Alisson appena arrivato – e pagato profumatamente – dalla Roma, è più che al sicuro. Shaqiri rappresenterà un’alternativa di lusso al trio offensivo composto da ManéFirminoSalah. Se l’egiziano saprà mantenersi sui livelli della scorsa stagione – e non c’è nessun motivo per cui non debba andare così – il Liverpool si saprà divertire ancora e, con tutta probabilità, ancora di più.

Le grandi incognite: l’Arsenal di Emery e il Chelsea di Sarri

Fa strano, c’è da dirlo, non vedere più accostate le parole “Arsenal” e “Wenger”. Ma, così com’è accaduto con Ferguson e lo United, prima o poi ci si prenderà l’abitudine. Dalle parti dell’Emirates ultimamente si respira un’aria buona, un vento di novità. Negli occhi sorridenti dei tifosi si legge più o meno qualcosa del genere: grazie Wenger, sei stato la storia dell’Arsenal, ma adesso cominciamo una nuova avventura. Per molti, e non solo per i tifosi Gunners più incalliti, l’epopea di Arsene Wenger è finita con qualche stagione di ritardo, ma adesso che la pagina del libro della storia recente dei Gunners è stata veramente voltata, i malumori degli ultimi mesi sono stati messi in soffitta.

È da tanto tempo che in questa parte di Londra non si vivevano sensazioni simili. D’un tratto, la situazione dell’Arsenal è passata dalla certezza quasi matematica di una stagione mediocre ad un totale punto interrogativo. E, per certi versi, va bene così. Unay Emery è senz’altro un manager di spessore, una ventata d’aria fresca, un innovatore, un vincitore di tre Europa League consecutive alla guida del Siviglia ma anche una grande incognita, non avendo mai allenato in Inghilterra. Di, certo, l’esordio con il Manchester City (all’Emirates) non è dei più soft. Ci vorrà del tempo, anche perché gli acquisti dell’estate sono altrettante scommesse: Lucas Torreira, Sokratis Papasthatopoulos, Stephan Lichtsteiner, Bernd Leno, senza dimenticare il giovane promettente francese Mateo Guendouzi. Tutti volti nuovi, gente non avvezza alla Premier League. Ci si affiderà quindi soprattutto alla “vecchia guardia”, agli investimenti targati Wenger – Ozil, Lacazette, Aubameyang, Xhaka, Mustafi – per tornare quantomeno a lottare per una qualificazione alla Champions League.

Sempre per restare nel tema delle incognite, lo stesso discorso si può imbastire anche per il Chelsea di Maurizio Sarri, che a differenza del collega accasatosi all’Arsenal ha sicuramente meno pedigree e ancora tutto da dimostrare, a partire dal gioco bello ed estetico che è il marchio del cosiddetto “Sarrismo”: ancora tutta da valutare la sua esportabilità. Il tecnico italiano, che ha sostituito Antonio Conte sulla panchina dello Stamford Bridge, ha portato con sé Jorginho dal Napoli e potrà contare sulla qualità di Kovacic a centrocampo. In porta, salutato definitivamente Courtois, accasatosi al Real Madrid, ci si affiderà alle prodezze della stellina basca Kepa Arrizabalaga, 23 anni, giunto dall’Athletic Bilbao per l’astronomica cifra di 80 milioni di euro. Quantomeno, Eden Hazard, probabilmente il giocatore migliore del Mondiale appena concluso, resterà ancora almeno una stagione a Stamford Bridge, e questa, probabilmente, resta la migliore conquista del mercato della squadra di Abramovich.

Le (vere) regine del mercato

Ma il bello della Premier League, alla fin fine, non sono solamente gli appassionanti avvicendamenti di alta classifica, ma anche (e forse soprattutto) tutto ciò che succede dalla punta della piramide del tabellone in giù, dove un robusto manipolo di squadre si dà animo, anno dopo anno, in battaglie sportive all’ultimo sangue e dove, soprattutto, la competitività è alta, livellata, grazie alla quale è veramente difficile stabilire i confini, stagione dopo stagione, tra un Everton e un Crystal Palace, tra un Leicester ed un Wolverhampton. Se poi alcune di queste squadre – due neopromosse su tutte – si sono rese anche indiscusse regine del mercato estivo, allora non è difficile capire come questo campionato sia il più seguito al mondo.

Dopo diversi anni di assenza, il Fulham è finalmente tornato nel massimo campionato inglese e, alla sbornia della promozione, è succeduto un vero e proprio delirio in sede di mercato: i Cottagers hanno infatti speso la stordente cifra di circa 111 milioni di sterline per costruirsi una squadra che, a questo punto, almeno sulla carta, potrebbe non seguire più solamente il mero obiettivo della salvezza tranquilla ma più verosimilmente almeno un piazzamento di metà classifica. Alla corte di Slavisa Jokanivic, tecnico serbo con il quale il Fulham ha costruito, negli anni, un meraviglioso progetto che alla fine ha permesso ai Cottagers di tornare nell’élite della Premier League, sono arrivati giocatori come Jean Michel Seri e Maxime Le Marchand dal Nizza, Frank Anguissa dal Marsiglia, Alfie Mawson dallo Swansea, Luciano Vietto dall’Atletico Madrid, Callum Chambers dall’Arsenal e André Schurrle dal Borussia Dortmud.

C’è poi il Wolverhampton in salsa portoghese, nel quale è fortemente presente lo zampino di Jorge Mendes, che nel giro di una stagione ha costruito una squadra per tornare direttamente in Premier e quest’estate si è reso protagonista di un mercato rivoluzionario, che ha portato nel cuore dell’Inghilterra portenti del calibro di Rui Patricio tra i pali, Joao Moutinho a centrocampo, Diogo Jota e Willy Boly rispettivamente dall’Atletico Madrid e dal Porto, ma soprattutto l’attaccante Raul Jimenez dal Benfica.

Tra le possibili rivelazioni di campionato vi sono poi il Brighton di Chris Hughton, che ha puntato sulla stella iraniana, ex-AZ Alkmaar, Alireza Jahanbakhsh e sull’attaccante rumeno Florin Andone; l’Everton del neo-manager Marco Silva, che negli ultimi giorni di mercato si è accaparrato niente meno che giocatori del calibro di Lucas Digne (ex-Roma), Yerry Mina e André Silva dal Barcellona; il West Ham che ha deciso di affidarsi all’esperto Manuel Pellegrini (e ai servizi dei talentuosi Felipe Anderson e Yarmolenko); o, ancora, il Leicester City del già citato Claude Puel, che se riuscirà a trovare la quadra, col potenziale presente in rosa, potrebbe togliersi tante belle soddisfazioni nella stagione ventura. Se la perdita dello (scontento) Mahrez sarà sicuramente difficile da digerire, un’altra stella algerina è pronta a ritagliarsi infatti uno spazio importante nella storia delle Foxes: Rachid Ghezzal, fresco acquisto dal Monaco, è pronto a far coppia col portentoso talento di James Maddison, prelevato dal Norwich per 24 milioni di sterline e recente protagonista di una stagione in Championship da urlo. 21 anni, il trequartista inglese è pronto a mangiarsi il mondo. Il punto di partenza sarà l’Old Trafford. Mourinho è avvisato. Buona Premier League a tutti.

Related Articles

Leave a Comment