Il Cosenza stacca il pass per la finale dei play-off riuscendo a ribaltare lo 0-1 di Bolzano in una partita a dir poco emozionante. In una fantastica cornice di pubblico, che raramente si vede anche nelle categorie superiori, i lupi dimostrano tutta la loro forza e la loro tenacia nell’ottenere un risultato memorabile e soprattutto meritato. Non è stata una giornata ordinaria al “San Vito-Marulla” e lo si intuisce già 2 ore prima del fischio di inizio quando metà stadio era già occupato, alla fine il botteghino parlerà chiaro: tutto esaurito con oltre 19 mila cuori rossoblù a spingere il Cosenza.
CRONACA – Braglia deve fare i conti con le assenze di Dermaku (squalificato) e Camigliano (infortunato) sostituendoli rispettivamente con Pascali e Pasqualoni e confermando il solito 3-5-2 con Tutino e Okereke davanti. Zanetti invece recupera Berardocco e Gyasi ma deve rinunciare a Sgarbi fermato dal giudice sportivo. Nel primo tempo si percepisce la tensione e il valore della posta in palio, il Sudtirol pensa prevalentemente a non subire troppo e il Cosenza cerca con qualche geometria di troppo il varco giusto, ne escono 45 minuti in cui non succede praticamente nulla. Al 56’ entra Baclet in quella che ormai è diventata una sostituzione standard e di buono auspicio per Braglia e dal 60’ in poi il Cosenza diventa inarrestabile: in 7 minuti Tutino arriva alla conclusione per ben tre volte, nella prima il tiro finisce fuori a fil di palo, nella secondo è Offredi a respingere in angolo e nella terza l’attaccante rossoblu spara alto da posizione favorevole. Al 69’ un boato scuote tutta l’area urbana: Loviso (entrato al posto di Palmiero) calcia magistralmente una punizione dalla fascia destra e Baclet di testa firma l’1-0. Il Sudtirol, che già in precedenza era sembrato tutt’altro che irresistibile, appare ancora più spaesato e in balia degli uomini di Braglia che continuano a spingere e all’89’ un miracolo di Offredi ancora su Baclet di testa sembra mandare la gara ai supplementari. Poi al 94’ arriva il giusto premio: Loviso mette in mezzo da calcio d’angolo e un tocco involontario di Frascatore nella propria porta manda i lupi al settimo cielo, un cielo colorato di bianco e azzurro chiamato Stadio “Adriatico-Cornacchia” di Pescara.