Il 2019 del Catanzaro è cominciato alla grande con la squadra di mister Auteri che già nel girone di andata aveva dimostrato di poter essere una delle protagoniste del campionato cercando di tenere testa ad una lanciatissima Juve Stabia e ad un Trapani abbastanza concreto e organizzato che però dava qualche segnale societario preoccupante.
Nelle prime 5 gare le aquile raccolgono ben 13 punti, con un derby che rimarrà impresso per un bel po’ nelle menti giallorosse: vittoria esterna al “Granillo” contro la Reggina per 4-3 (che costò poi la panchina a mister Cevoli) con il Catanzaro che chiuse la prima frazione addirittura sul 4-0.
Dopo questo ruolino di marcia rilevante, arriva la delicata sfida del “Menti” contro la Juve Stabia che ha guidato la classifica in pratica dalla prima giornata ma mai come in quel momento stava perdendo qualche punto di troppo rispetto alle sue inseguitrici. In quello scontro diretto fatale fu la scelta di Giannone di calciare un calcio di rigore sullo 0-0 nei minuti finali “con il cucchiaio” che non solo permise alla vespe di perdere l’imbattibilità in campionato ma in maniera indiretta avviò ripercussioni psicologiche positive per la conquista del titolo per i campani e ripercussioni negative per il Catanzaro che abbandonò il sogno accarezzato del primo posto.
Diversi passi falsi infatti contro squadre decisamente alla portata (sconfitte esterne a Bisceglie, Rieti, Siracusa oltre ad ulteriori sconfitte casalinghe contro Catania e V.Francavilla) pregiudicarono anche il secondo posto in favore di un Trapani ben guidato da mister Italiano (che vincerà poi i play off andando in Serie B). Il terzo posto assicurò però l’accesso alla fase nazionale dei play off, con gli uomini di Auteri che hanno la possibilità di guardare i primi due turni della post season da casa cercando di recuperare dal punto di vista atletico qualche pedina importante a corto di fiato e ritmo di gioco.
Il match contro la Feralpi Salò è la testimonianza di quanto il Catanzaro non abbia avuto quel pizzico di buona sorte che nei momenti decisivi (e soprattutto in quelli negativi) avrebbe potuto cambiare decisamente il volto della stagione. Scialba e abbastanza insipida la gara di andata con i lombardi che vincono 1-0, traumatica invece la sfida di ritorno al “Ceravolo” con i giallorossi che conducono 2-1 con numerosi occasioni gettate al vento per chiudere il match: il calcio d’angolo (clamorosamente assegnato dal guardalinee) da cui svetta Legati per il 2-2 è l’amaro epilogo di un’annata che avrebbe potuto essere diversa in base a quanto espresso dal 3-4-3 fortemente offensivo dei ragazzi di Auteri.
In estate una cessione importante come quella di D’Ursi (preso a zero dal Bisceglie e rivenduto per 500mila euro al Bari) dà la possibilità alla dirigenza di infoltire la rosa con ulteriori innesti, dando piena fiducia a mister Auteri e alla sua filosofia di calcio aggressivo e propositivo. L’inizio di campionato è anche abbastanza buono per effetto soprattutto di una sfilza di 4 vittorie su 4 partite in casa, molto rivedibile invece lo score in trasferta che dopo le sconfitte di Viterbo e Caserta viene appesantito dal sentito match del “Granillo” contro la Reggina tritacarne del torneo e soprattutto dallo stop interno contro il Potenza per 2-0 che decreta l’esonero di mister Auteri.
Sulla panchina delle aquile arriva così mister Grassadonia con la benedizione del presidente Noto che non abbandona le sue prospettive ambiziose rilanciando il guanto di sfida al campionato. Il nuovo tecnico cambia radicalmente l’assetto tattico della squadra passando al suo 3-5-2, marchio di fabbrica di Grassadonia anche nelle varie esperienze passate di Foggia, Vercelli, Pagani ecc. I giallorossi sembrano però non metabolizzare sin da subito e soprattutto al meglio i nuovi concetti, una delle conseguenze è una serie di risultati molto altalenanti che porta il bottino finale del nuovo allenatore a 13 punti guadagnati in 9 partite. Una macchia vistosa delle ultime settimane è anche l’uscita dalla coppa Italia di serie C del Catanzaro ai quarti di finale contro il Catania di Lucarelli: il trofeo infatti era visto da molti come àncora di salvezza (la vincente della coppa Italia ha il diritto di giocare i play off direttamente dal terzo turno) da un campionato che al momento non offre spunti significativi alimentando solamente problemi e dilemmi in attesa di una svolta sotto tutti i punti di vista che possa ricominciare a trascinare una piazza importante come quella del capoluogo calabrese.
Foto Luigi Silipo