Riceviamo e pubblichiamo.
In fondo, perché no. Fra diversi anni, questo potrebbe benissimo essere l’inizio di una bella storia da narrare. D’altronde le prime volte non si scordano mai, e per qualsiasi tifoso del Crotone la stagione che ha dato inizio alla scalata verso la Serie A rimarrà per sempre qualcosa di magico, fiabesco, dal retrogusto indimenticabile. Tutti hanno le proprie favole, e ciascuna ha i suoi protagonisti.
Ante Budimir arrivò a Crotone in punta di piedi, nella tarda estate del 2015. La squadra rossoblù era reduce da una clamorosa e miracolosa salvezza all’ultimo minuto in Serie B. In puro stile Crotone. Sempre quell’estate, il capitano di mille avventure, crotonese doc, Antonio Galardo, aveva appeso gli scarpini al chiodo. Massimo Drago aveva lasciato spazio ad un esordiente per la categoria ma non per la piazza, Ivan Juric, sulla panchina dello Scida. Tutto lasciava presagire una stagione di lotta e sofferenza. Sempre in puro stile Crotone.
Ma chi era questo Budimir? Il croato giunse in riva allo Jonio direttamente dall’altra parte dell’Europa, dalla sponda anarchica di Amburgo, quella del Sant Pauli. Arrivò l’ultimo giorno di mercato, quasi in sordina. I numeri non lasciavano intendere nulla di buono: la stagione passata nella serie cadetta teutonica era stata alquanto… deludente.
19 presenze e zero reti. Un centravanti. Davvero, chi era questo Budimir? I tifosi del Crotone cominciarono a capirlo pochi giorni dopo, il 12 settembre, tra le mura amiche dello Scida, nella partita contro il Novara. Fu, quello, un pomeriggio incredibile. Il Crotone si preparava ad inghiottire il boccone amaro della seconda sconfitta stagionale, quando Torromino e Budimir, allo scadere del secondo tempo, firmarono una clamorosa rimonta, nel giro di 3-4 minuti.
Un match che di fatto tracciò il solco e il ritmo del resto dell’annata, una stagione che raggiunse il suo culmine a cavallo tra novembre 2015 e gennaio 2016. In quel periodo la squadra di Juric inanellò la bellezza di 12 risultati utili consecutivi, di cui 9 vittorie, raggiungendo la vetta della classifica e sovrapponendo un ampio margine, a braccetto col Cagliari, tra la vetta e il resto della classifica.
Nessuno lo ammetteva liberamente, la posta in palio era troppo alta. Ma fu lì che il Crotone acquisì la certezza di conquistare la Serie A. Il resto della stagione fu infatti una pura formalità: una trionfante galoppata verso la matematica certezza. In quel periodo Budimir, Martella e Stoian furono gli assoluti protagonisti – tra gli altri, insieme a Cordaz e Ricci – della squadra pitagorica. Già Bruno Martella ed Adrian Stoian, gli altri due “epurati” di questa sessione invernale di calciomercato. Uno arrivava dalla primavera della Sampdoria, era un ragazzino che – come ribadito da lui stesso sui social – in Calabria è maturato come uomo e come calciatore. E’ stato amato ed ha ricambiato. Rapporto odio et amo invece per il talentuoso rumeno, arrivato con una fama diversa dal ragazzo abruzzese, ma che ha saputo perorare la causa pitagorica pur con tanti alti e bassi.
E se i tifosi del Crotone dovessero scegliere due partite simbolo, due partire che abbiano incarnato lo spirito autentico di quel Crotone da favola, probabilmente sceglierebbero le seguenti:
-Crotone vs Cagliari 3-1, 18/1/2016, 22° turno di Serie B
-Milan – Crotone 1-1 (3-1 dts), 1/12/2015, 4° turno di Coppa Italia
Già, il Milan. La Coppa Italia. San Siro. Anche quella, una prima volta. Fu letteralmente magico che l’esordio del Crotone alla Scala del Calcio coincidesse con l’annata più trionfale della storia del calcio in riva allo Jonio. Quella notte, sotto la volta stellata dello stadio più bello d’Italia, il calcio italiano fece conoscenza non solo con il nuovo Crotone, ma anche con Ante Budimir. Mentre San Siro rimbombava dei potenti cori dei 5.000 crotoniati giunti da ogni dove (nord, sud, estero), il centravanti croato si beffava della difesa rossonera segnando il bellissimo gol che valse il pareggio nei 90 minuti.
Contestualizzando il tutto, per bellezza, importanza, significato simbolico, quello fu il gol per il quale Ante Budimir non potrà non essere ricordato da qualsiasi tifoso crotonese con un triplo sobbalzo del cuore. Perché dalla mattina successiva, le magliette di Budimir andarono a ruba e tutta Crotone si riempì di quegli indimenticabili numeri 17: allo stadio, sul lungomare, nei supermercati, per le viuzze del centro storico.
Curiosamente, la partita casalinga contro il Cagliari, vinta per 3-1, vide la firma dei 3 giocatori protagonisti di questo articolo e di questa favola. Budimir e Martella andarono a rete (insieme a Ricci), mentre Stoian disegnò assist sublimi e una prestazione da giocatore letteralmente di altra categoria.
Il Cagliari, che era uno squadrone, andò K.O. e da quella notte in poi, nei pressi dello Scida, si cominciò a sussurrare che sì, è così, difficile tornare indietro a questo punto, sarà Serie A.
Budimir, Stoian e Martella hanno continuato a scrivere la storia del Crotone anche in Serie A, nel bene e nel male, fino al ritorno in Serie B. Il calcio, come la vita, va avanti. Gli anni si accumulano, le motivazioni cambiano, le storie finiscono e le strade si dividono. C’è bisogno di linfa vitale fresca per mantenere vivo un sogno, un’idea, un’ambizione, così come una carriera o una stagione. Tutto il resto, perdonate il gioco di parole, resta. I sorrisi. Le emozioni forti. Le storie. Le gesta. C’erano una volta, a Crotone, Budimir, Stoian e Martella…