Dopo la chiusura del calciomercato, il Cosenza è stato oggetto di aspre critiche da una parte della tifoseria che punta il dito contro il mancato acquisto nel reparto offensivo di una prima punta che, almeno numericamente, manca nello scacchiere di Braglia. La società ha tenuto subito a precisare, tramite un comunicato ufficiale, che avrebbe valutato nel mercato degli svincolati un’opzione per far fronte a questa vicenda.
Alcuni tifosi rossoblu poi non hanno gradito le dichiarazioni del direttore sportivo Trinchera che, in una sua rara conferenza stampa di qualche giorno fa, ha descritto come il suo modus operandi incontri molte difficoltà nel portare giocatori a Cosenza. Il ds parla di “scarso appeal” mentre per diversi fan cosentini è prettamente una questione legata ad un’eccessiva parsimonia economica del presidente Guarascio. La stessa parsimonia con cui lo stesso numero uno bruzio ha risollevato le sorti del Cosenza dalle categorie inferiori e lo stesso modus operandi di due anni in cui Trinchera ha costruito due squadre che hanno vinto i play off in Serie C e ben figurato nel campionato di B.
Tornando ad oggi, il Cosenza in attacco punta tutto sulla velocità dei vari Pierini, Baez, Carretta e la scommessa Machach: sarà che l’anno scorso e due anni fa gli attacchi leggeri hanno dato molta soddisfazione ed hanno esaltato gli stessi tifosi che richiedono a gran voce un improbabile e velleitario bomber.
L’obiettivo dichiarato più volte del Cosenza è la salvezza in Serie B, tanto meglio se si ottiene con spese ridotte che assicurano un solido futuro economico-strutturale della società. I processi a priori potrebbero però continuare fino alla fine del campionato, o magari termineranno qualche giornata prima. Un po’ paradossale per una gestione societaria-sportiva in cui prima arrivano le critiche poi, con lo stesso modo di fare, i risultati.
Foto Cosenza Calcio – Michele De Marco