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Crotone-Cosenza: analisi tattica

by Redazione Sport Team Calabria

Il derby di Calabria di serie B ritornava ad essere disputato dopo ben 16 anni. Nei quattro precedenti il Cosenza aveva sempre vinto, ed i tifosi del Crotone speravano in questa occasione di riuscire a sfatare quello che, specie alla luce del risultato maturato lunedì, sembra sempre più essere un tabù.

Le due squadre arrivavano a questo match in condizioni, soprattutto mentali (specie il Crotone), non proprio ottimali. I pitagorici stanno infatti vivendo un periodo negativo che dura ormai praticamente da inizio campionato. L’arrivo di Oddo di qualche settimana fa avrebbe dovuto favorire quella svolta psicologica che la squadra faticava a trovare sotto la guida di Stroppa, e l’attesa per questo derby era in particolar modo rivolta proprio a questo, a vedere se dopo due settimane di lavoro i giocatori crotonesi avrebbero dato segnali di ripresa importanti.
Dall’altra parte il Cosenza doveva risolvere il problema dei gol presi negli ultimi minuti che avevano fatto perdere diversi punti importanti, e che avevano minato anche la tranquillità e la serenità di una squadra che comunque offriva spesso delle ottime prestazioni ma che alla fine raccoglieva sempre meno di quanto seminato.

Partendo proprio dagli ospiti, Braglia ha scelto uno schieramento tattico molto offensivo, che lanciava già un primo messaggio importante: il Cosenza è venuto allo Scida per giocarsela alla pari con i più quotati, almeno sulla carta, cugini ed avversari. Il tecnico toscano ripropone praticamente lo stesso modulo col quale la squadra aveva fatto molto bene, e rimontato due reti, al Lecce nell’ultimo turno giocato prima della sosta.

Garritano fa infatti quasi la seconda punta a supporto di Maniero, Tutino parte largo da sinistra per poi accentrarsi spesso e Baez invece fa l’ala pura. Bruccini da interno garantisce corsa e fisicità, mentre Mungo fa il metodista davanti la difesa e praticamente quasi tutte le azioni del Cosenza passano dai suoi piedi. In difesa Idda sostituisce lo squalificato Dermaku, al suo fianco Legittimo, mentre sulle corsie laterali operano capitan Corsi sulla destra e D’Orazio sulla sinistra. Esordio stagionale per il portiere Perina, che è già il terzo estremo difensore utilizzato da Braglia a questo punto della stagione.

Per quanto riguarda invece il Crotone, Oddo non cambia praticamente nulla. Rispetto alla gara di Perugia, infatti, l’unica novità il ritorno di Martella al posto di Faraoni che si era adattato a sinistra per sostituirlo.

Linea difensiva completata quindi da Sampirisi a destra e dalla coppia centrale formata da Vaisanen e Curado. Trio di centrocampo confermato con Barberis davanti la difesa e Molina e Rohden che fanno gli interni ma che agiscono spesso larghi nella costruzione della manovra lasciando spazi centrali ai due attaccanti esterni, Stoian e Firenze, che appunto sono più due trequartisti che due ali, per un 4-3-2-1 con Budimir riferimento centrale in avanti.

 

Prima metà del primo tempo meglio il Cosenza.
La prima fase della gara vede un Cosenza molto aggressivo e voglioso di mettere in difficoltà il Crotone, sopratutto dal punto di vista fisico. Nel reparto offensivo dei lupi sia Tutino che Garritano fanno molto movimento, vengono spesso tra le linee e costringono Barberis a stare molto basso con la conseguenza che il Crotone è spesso scollegato tra i reparti e non riesce a ripartire in modo preciso. Oltre al fatto che il Cosenza crea anche diversi pericoli o potenziali tali nel corso dei primi 20 minuti.
In questa azione Mungo si propone per prendere palla da Corsi. Nel frattempo possiamo notare le posizioni degli attaccanti del Cosenza con Garritano molto alto che attira Barberis e lo fa praticamente schiacciare sulla linea difensiva creando parecchio spazio libero al centro; il mediano del Crotone sale per andare a pressare il mediano cosentino appena questo riceve il pallone, dietro di lui Garritano viene anch’esso incontro per ricevere la palla in verticale del compagno. Il 24 del Cosenza a sua volta verticalizza verso Tutino, che nel mentre è venuto in mezzo da sinistra ed è andato lui a fare da seconda punta; l’attaccante napoletano fa un bel velo per Maniero il quale di prima prova a servire il compagno in profondità. Solo un intervento di Vaisanen impedirà a Tutino di presentarsi da solo davanti a Cordaz, dopo un’azione orchestrata molto bene e che ha messo a nudo le difficoltà del Crotone della prima fase di partita.

Il Crotone a differenza del Cosenza non effettua un pressing alto e aggressivo nella prima fase di costruzione degli avversari, ma lascia salire i centrali difensivi piazzandosi in attesa con un 4-4-2 con Stoian o Firenze, a seconda del lato del campo da quale parte l’azione, che vanno a piazzarsi di fianco a Budimir.
Barberis staziona nella zona di Garritano mentre Molina esce in pressing su Mungo che si era abbassato per ricevere il pallone ed impostare. In questa fase il Crotone non riesce a contrastare a dovere la costruzione del gioco avversaria e Mungo riesce a rendersi più volte pericoloso con belle verticalizzazione sui piedi di Garritano, o anche alte verso Maniero che fa un buon lavoro di sponda nella prima metà del primo tempo.
Come dicevamo in apertura, anche quando i padroni di casa riescono a verticalizzare in modo preciso su Budimir, quest’ultimo è spesso poco assistito, non ha opzioni di scarico veloci, ma deve attendere il resto della squadra che salga, mentre si ritrova isolato e circondato da sole maglie bianche.

La reazione del Crotone e i problemi del Cosenza.
L’episodio che sposta un po’ l’inerzia della gara e che fa venir fuori il Crotone è l’occasione che capita tra i piedi dello svedese Rohden al 20° minuto di gioco. La conclusione dell’azione sembra casuale dal momento che Sampirisi recupera una palla nell’area di rigore avversaria con Legittimo che sicuramente poteva fare meglio, la serve al centrocampista svedese che perde il tempo buono per calciare da ottima posizione, e quando lo fa un difensore avversario riesce a metterci il piede e a deviare in angolo.
L’occasione nasce però da una situazione che mette in evidenza alcune lacune del Cosenza che, dato anche l’atteggiamento aggressivo e lo schieramento particolarmente offensivo, spesso concede spazi per le ripartenze al centro soprattutto quando Mungo sale a pressare pur non avendo copertura alle proprie spalle. Anche Bruccini infatti è spesso proiettato a pressare in avanti e ad inserirsi in area quando la palla arriva sul fondo. Qui dopo la verticalizzazione su Budimir il Crotone si muove bene con Molina che raccoglie lo scarico del croato e serve Sampirisi che è arrivato puntuale sulla destra. In area il Cosenza non è posizionato bene e Stoian e Rohden sono soli ed in buona posizione per ricevere. Il cross di Sampirisi verrà però respinto, ma sull’inerzia dell’azione il terzino pitagorico riuscirà poi ad andare a pressare in area Legittimo, a rubargli il pallone e ad offrilo a Rohden che sprecherà però malamente.
Qui un’altra buona occasione per il Crotone che nasce all’incirca allo stesso modo. Verticalizzazione rapida di Vaisanen pressato alto da Mungo, Molina ha un buon corridoio e serve Rohden che ha anche lui molto spazio davanti a sé. Lo svedese poi servirà Stoian largo il quale effettuerà un bel cross in mezzo sul quale Budimir non arriva per poco, ben marcato dai difensori cosentini.

Nervosismo ed equilibrio.
Cosenza che, tolte queste situazioni, non corre comunque particolari pericoli soprattutto con difesa schierata. In questo frangente di pressione del Crotone infatti la squadra di Braglia chiude bene tutte le linee di passaggio con Stoian e Firenze che hanno difficoltà a ricevere palloni in posizioni vantaggiose e con il romeno soprattutto costretto spesso a venire dietro ed in posizione molto larga per trovare palloni giocabili. In generale comunque non muta l’atteggiamento dei cosentini che quando attaccano lo fanno con tanti uomini mettendo spesso in apprensione la difesa di casa.
Nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione alcune decisioni arbitrali fanno rendono nervosa la gara e nel giro di 10 minuti assistiamo a ben due espulsioni, una per parte, che gioco-forza modificano gli assetti e gli equilibri in campo.
In questa immagine possiamo apprezzare il Cosenza disposto con un vero e proprio 4-2-4 con, in questo caso, Garritano largo a sinistra e Tutino da seconda punta. I due, infatti, scambiavano spesso posizione tra loro provando a non dare punti di riferimento a Sampirisi e Vaisanen. Questa è anche l’occasione in cui verrà espulso Martella per un’entrata, sì avventata e pericolosa, ma in buona fede come si evince anche dall’immagine nella quale si nota come il terzino guardi solo il pallone prima di intervenire.
L’arbitro valuterà comunque il fallo da espulsione e quindi il Crotone rimane in 10 uomini con Oddo che per i minuti finali della prima frazione risistema i suoi con un 4-3-1-1 con Sampirisi che va a sostituire Martella a sinistra, Molina che va a fare il terzino destro; Firenze scala a centrocampo come mezzala e Stoian sta centrale a supporto di Budimir.
Quasi allo scadere però Maniero perde la testa, dopo alcuni scontri con Curado ed alcune proteste verso l’arbitro, e con due ammonizioni assolutamente gratuite nel giro di due minuti abbandona anche lui il campo lasciando i suoi 10 e ristabilendo così la parità numerica tra le due squadre.

Crotone pericoloso e Cosenza che si tira troppo indietro.
La ripresa vede quindi scendere in campo le due squadre, entrambe con 10 uomini, che si ridisegnano in campo. Il Cosenza non effettua sostituzioni ma si piazza con un 4-4-1 con Tutino riferimento centrale, Baez e Garritano sugli esterni che devono supportarlo e la coppia Bruccini-Mungo in mezzo.

Oddo invece un cambio lo effettua e fa entrare Marchizza al posto di Stoian volendo ristabilire un minimo di ordine ed equilibrio che evidentemente non vedeva nell’assetto col quale aveva terminato la prima frazione. Sampirisi torna quindi a destra e Molina, anche lui, torna ad occupare la sua posizione di mezzala destra. Firenze gioca centrale alle spalle di Budimir.

In questa prima fase del secondo tempo il Crotone è superiore agli ospiti che si abbassano troppo e non riescono più a ripartire.  Tutino isolato esce praticamente dal gioco e, non riuscendo il Cosenza a tenere palla in avanti, la squadra rimane schiacciata e subisce la pressione del Crotone fino all’ingresso di Baclet che ridarà invece forza e convinzione ai suoi, oltre a permettere a Tutino di tornare stabilmente a sinistra da dove riesce a rendersi molto più pericoloso.
Il Crotone in questa fase occupa bene il campo e trova la chiave per scardinare il match cominciando a giocare molto tra le linee, soprattutto centralmente. Come vediamo dall’immagine sia Firenze che le due mezzali cercano di farsi vedere proprio negli “spazi di mezzo”, provando a insinuarsi tra le due linee a 4 del Cosenza in fase difensiva molto basse entrambe.
Si creano infatti diverse situazioni pericolose al limite dell’area ospite con i crotonesi che però non riescono a essere incisivi né nella fase di realizzazione né in quella di rifinitura con ultimi passaggi spesso imprecisi o con tentativi insistiti di dribbling quando invece vi erano opzioni di passaggio molto interessanti.
In questa immagine l’inizio dell’azione dalla quale nascerà l’occasione clamorosa fallita da Budimir. Firenze riceve palla alle spalle dei due mediani ed è libero di puntare la difesa avversaria scaricando poi la palla verso il croato che, dopo una deviazione di un difensore, si trova indisturbato a poter calciare verso la porta da pochi metri facendosi però parare la conclusione da un ottimo Perina.
Altre due occasioni potenzialmente pericolose. Nella prima Firenze riceve praticamente sul limite dell’area ma poi spreca, nella seconda invece proverà il tiro da fuori. In generale il Crotone ha diverse situazioni di questo genere a disposizione ma le sfrutterà quasi sempre male per imprecisione e poca lucidità.

Baclet sposta gli equilibri e il Cosenza trova il gol.
Dall’altra parte l’ingresso di Baclet aiuta moltissimo la squadra a tirarsi su e ad alzare il proprio baricentro. L’attaccante francese è solito entrare nell’ultima mezz’ora e stravolgere gli equilibri di una gara grazie alla propria esuberanza e alla propria fisicità con la quale sa mettere in difficoltà le difese avversarie, magari un po’ stanche dopo un’ora di gioco.
Inoltre il suo ingresso allo stesso tempo permette a Tutino di tornare a sinistra da dove diventerà inarrestabile per tutta l’ultima mezz’ora di gioco.
Proprio nel momento forse più equilibrato del secondo tempo arriva però il gol che risulterà poi decisivo per la vittoria dei lupi. Il tutto nasce da un calcio d’angolo conquistato da Baez proprio nel momento in cui Di Piazza era già pronto a bordo campo a prendere il suo posto. Sugli sviluppo di quest’ultimo la palla viene respinta da Spinelli (nel frattempo subentrato a Budimir) sempre sui piedi di Baez il quale effettua un crosso lungo per tutti. Legittimo è bravo a crederci e ad inseguire il pallone prima che termini in fallo laterale.
A questo punto c’è il primo errore, a nostro avviso molto importante, di Sampirisi il quale non mette alcuna pressione al difensore cosentino che può palleggiare e aggiustarsi il pallone, tornare indietro per poi rigirarsi per puntare il fondo ed effettuare il cross. Qui il terzino crotonese avrebbe potuto e dovuto fare sicuramente di più.
Nel frattempo all’interno dell’area di rigore la difesa del Crotone è posizionata inizialmente non malissimo. Curado copre la zona del primo palo mentre Vaisanen sul secondo è ben piazzato tra la porta e Idda. Su Baclet in mezzo, invece, si ritrova Marchizza in marcatura che però non è messo bene col corpo trovandosi praticamente alle spalle dell’attaccante francese.
Una volta partito il cross Curado valuta male la traiettoria e si fa scavalcare, Marchizza non riesce a opporre alcuna resistenza a Baclet il quale stacca liberamente e colpisce verso la porta. Cordaz respinge come può e Vaisanen perde completamente Idda il quale, con un gioco da ragazzi, insacca il pallone e corre a festeggiare sotto la curva occupata dai propri tifosi.

È un gol che gela tutto l’Ezio Scida, o almeno la gran parte occupata da tifosi del Crotone, e che stravolge nuovamente gli equilibri portando i due allenatori ad effettuare le rispettive ultime mosse. Braglia richiama Di Piazza che era pronto per entrare, ed invece manda in campo Verna al posto di Baez. Entra anche Pascali per D’Orazio ed il Cosenza si dispone con un 4-3-2 con Legittimo che va sulla corsia di sinistra, Verna in mezzo al campo e Tutino e Baclet in avanti.
Stesso modulo che adotta Oddo per le fasi finali, quando inserisce Simy al posto di Molina, con Firenze che torna nuovamente mezzala ed il nigeriano che va ad affiancare Spinelli in attacco.

Ottima gestione della fase finale del Cosenza.
La fase finale del match è gestita quasi alla perfezione dal Cosenza sia in fase prettamente difensiva e di protezione del risultato ma soprattutto nella gestione del pallone in avanti che permette alla difesa di respirare, grazie al grande lavoro di Baclet e Tutino. Il Crotone, di contro, tenterà diversi assalti ma con pochissime idee con Simy e Spinelli che spesso si vanno ad ingorgare in area, facendo entrambi poco movimento e non favorendo quindi neanche gli inserimenti dei centrocampisti. Si sente la mancanza di due terzini “veri” che arrivino sul fondo o sulla trequarti e crossino in modo adeguato, vista la presenza massiccia in area di rigore, che alla fine non verrà sfruttata se non con lanci dalle retrovie sui quali la difesa del Cosenza ha gioco facile. L’ultimo ad arrendersi sarà Cordaz il quale, clamorosamente, sfiora con un colpo di testa il gol del pareggio sugli sviluppi dell’ultimo calcio piazzato disponibile.

Gol del pareggio che probabilmente sarebbe stato anche giusto e meritato, se confrontiamo le occasioni totali del match di entrambe le compagini, ma che non avrebbe di certo nascosto gli evidenti difetti di una squadra, il Crotone, che non ha dato quei segnali importanti che si attendevano alla vigilia, e che continua così il proprio periodo buio, con la luce in fondo al tunnel che ancora non si riesce ad intravedere.
Per il Cosenza, invece, una vittoria che potrebbe essere quella della svolta per i ragazzi di Braglia che, pur non creando moltissime occasioni, hanno interpretato bene il match, con un buon approccio, non rinunciando mai ad attaccare con tanti uomini ed allo stesso tempo difendendo in modo ordinato e grintoso. In evidenza Gennaro Tutino, autore di una prestazione eccezionale, oltre che di tecnica anche di testa e di cuore, che sempre più lo identifica come autentico beniamino della tifoseria cosentina.

 

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