La “generazione di fenomeni”, capace di spezzare il dominio est europeo, ma soprattutto di portarsi a casa ben 3 titoli mondiali consecutivi (1990, 1994, 1998) non esiste più.
Sono lontani i tempi dei Giani,Cantagalli, Fei, Zorzi; lontani i tempi di Julio Velasco, allenatore argentino che rivoluzionò il volley nostrano, portandolo agli albori.
Ma il mondiale di volley maschile è iniziato sotto i migliori auspici per l’Italia.
Gli azzurri, allenati ora da Blengini, hanno battuto senza mezze misure il Giappone con un secco 3-0 (25-20, 25-21, 25-23), candidandosi per una competizione da protagonisti.
E se l’Italia del volley ha avuto questo grande impatto, è anche merito del pubblico del Foro Italico che ha sostenuto per tutti e tre i set i propri beniamini.
E sì perché questo mondiale si disputa in Italia (ed in Bulgaria), e davanti alla stupenda cornice di pubblico, in una suggestiva location all’aperto, Zaytsev e compagni non hanno deluso.
Hanno pagato solo inizialmente la tensione dell’esordio casalingo, sciogliendosi poi a gara in corso e dominando di fatto i nipponici, mai veramente in partita.
Una vittoria che poteva anche essere prevedibile ma non scontata: innanzitutto perché nello sport non v’è nulla di scontato e poi perché giocare – appunto – in casa propria può essere un’arma a doppio taglio.
Ed infatti gli azzurri un po’ di pressione l’avranno col passare dei giorni, ad iniziare da giovedì quando a Firenze affronteranno il Belgio che solo l’anno scorso eliminò gli azzurri ai quarti di finale dell’europeo, e poi sabato quando affronteranno l’Argentina.
Gli azzurri sono inseriti nel pool A con appunto Giappone, Belgio, Argentina, Slovenia e Repubblica Dominicana, in quella che è la prima delle tre fasi a girone.
L’obiettivo è quello di arrivare alla “Final six“, magari accanto a mostri sacri come Brasile – che ha preso le redini della “generazione di fenomeni” vincendo 3 edizioni dei mondiali dal 2002 al 2010 – come Polonia – campione in carica – oppure come gli Stati Uniti e la Russia.
Siamo ancora all’inizio, ma di certo le emozioni non mancheranno.