Home Calcio 360º Mondiali 2018: Francia-Belgio è la prima semi-finale. Oggi in programma gli altri due quarti

Mondiali 2018: Francia-Belgio è la prima semi-finale. Oggi in programma gli altri due quarti

by Redazione Sport Time Calabria

Mondiali sempre più a tinte europee. Sì perchè le squadre rimaste in gioco provengono tutte dal vecchio continente. Ieri, infatti, ci hanno salutato Uruguay e, soprattutto, Brasile per mano rispettivamente di Francia e Belgio. Nei due quarti di finale di oggi si affronteranno, invece, la sorprendente Svezia con l’Inghilterra, e i padroni di casa della Russia che sfideranno la Croazia.

Il primo quarto ad aprire le danze è stato quello che ha visto la Francia battere abbastanza comodamente l’Uruguay col risultato di 2-0. Nei francesi confermata la formazione della vigilia con Tolisso che ha preso il posto dello squalificato Matuidi. 4-3-3 solito ormai, con Giroud confermato al centro dell’attacco coadiuvato da Mbappè largo a destra e Griezmann sul centro-sinistra. In fase di non possesso la Francia si sistemava col 4-4-2 con Tolisso che si allargava a sinistra e Mbappè dalla parte opposto anch’egli in linea coi centrocampisti. Pogba e Kante in mezzo e Griezmann al fianco di Giroud.

In fase di impostazione uruguayana la Francia si predispone col 4-4-2

L’Uruguay ha risposto col suo 4-3-1-2 atipico, data l’interpretazione particolare del ruolo di trequartista da parte di Bentancur, che sembrava quasi un mediano aggiunto, anche se in posizione più avanzata a fare da primo schermo contro la costruzione dal basso dei francesi. A completare il rombo c’erano ovviamente Torreira davanti la difesa e Vecino e Nandez sugli interni. In avanti L’ex reggino Stuani ha sostituito, per modo di dire, il matador Cavani che alla fine, come previsto, non ce l’ha fatta a superare il problema muscolare.

Le marcature degli uruguayani quando la Francia imposta

L’Uruguay ha dato tutto quello che aveva, testimone le lacrime che scendevano sul volto di alcuni giocatori ancor prima del fischio finale. Anche sugli spalti il popolo celeste è stato commovente per il suo attaccamento e per il supporto costante anche col risultato ormai compromesso. Dall’altra gli uruguayani hanno trovato una squadra al momento troppo più forte. La Francia di Deschamps sembra continuare il suo percorso di crescita lungo questo torneo, e danno ulteriore prova di maturità, oltre che di compattezza. Un po’ in ombra l’attesissimo Mbappè, con la scena che è stata presa in pieno dalla stella dell’Atletico Madrid Griezmann, autore di una partita eccezionale. Entra infatti in entrambe le reti decisive per la vittoria. Nella prima offre l’assist a Varane al 40° minuto per il gol del vantaggio. Calcio di punizione dal vertice dell’area di rigore, finta di calciare che fa andare all’indietro la difesa dei sudamericani quel tanto che basta per liberare lo spazio necessario a Varane per saltare e colpire di testa. Il secondo gol, che arriva invece al 61°, è opera sua anche se con la collaborazione di Muslera che si lascia sfuggire un tiro potente ma centrale scagliato dal limite dell’area. In mezzo alle due reti francesi da segnalare la doppia parata prodigiosa di Lloris che nega il gol 1-1 a Caceres prima, e a Godin sulla respinta poi, proprio un paio di minuti prima dell’intervallo. Gli uruguayani ci provano comunque fino alla fine ma la Francia chiude ogni spazio e nega qualsiasi possibilità di riaprire il discorso.

Francia che in semi-finale se la vedrà, a sorpresa ma non troppo, contro il Belgio che in serata ha battuto il Brasile per 2-1 dopo una bella ed avvincente partita. Per quanto riguarda le formazioni nel Brasile Fernandinho sostituisce lo squalificato Casemiro, mentre in difesa si rivede un po’ a sorpresa Marcelo che scalza Filipe Luis e si riprende la fascia sinistra. A centrocampo a completare il trio Paulinho sul centro-destra e Coutinho sul centro-sinistra. Tridente confermato con Gabriel Jesus al centro, Neymar a sinistra e Willian a destra.

Nel Belgio invece due novità importanti rispetto alla formazione che aveva vinto all’ultimo secondo contro il Giappone: dentro dall’inizio i due che erano subentrati e avevano segnato le reti decisive per battere i nipponici, ovvero Chadili e Fellaini. A fargli posto Mertens e Carrasco. Come avevamo auspicato nella nostra scorsa analisi sul Belgio, Martinez ha voluto dare più equilibrio e fisicità alla squadra. Fellaini è stato piazzato al fianco di Witsel col conseguente avanzamento di De Bruyne, mentre Chadili si è piazzato a sinistra dove operava Carrasco. In attacco Martinez ha disegnato il tridente in modo anomalo, mandando spesso in tilt la difesa brasiliana. Non vi era infatti un vero centravanti, Lukaku partiva largo a destra portando spesso fuori posizione Miranda, Hazard largo sulla sinistra ed al centro ha operato De Bruyne il quale a seconda dei momenti ha fatto sia il “falso nueve” ma soprattutto il rifinitore, venendo spesso dietro a prendersi il pallone.

Disposizione delle due squadre quando impostava il Belgio

De Bruyne “falso nueve” con Lukaku largo. Centrocampisti brasiliani tutti marcati e difficolta nell’impostare per il Brasile

Il primo tempo è stato nettamente di marca belga con il primo gol che arriva dopo soli 13 minuti grazie all’autorete di Fernandinho che devia nella propria porta una spizzata sul primo palo di Kompany sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il Brasile prova a reagire, ma il Belgio ogni volta che riparte dà l’impressione di poter far del male, con De Bruyne e Hazard ispiratissimi e con Lukaku che quando parte in progressione è quasi impossibile da contrastare. Dall’altra parte il Brasile è sbattuto invece sul muro eretto da Martinez, Neymar ha tentato di costruire ma è stato contrastato sempre alla perfezione, Willian si è visto pochissimo, e si è quindi limitato a possesso palla seppur avanzato ma poco incisivo con il Belgio che quasi attirava più giocatori possibili sulla propria trequarti per poi sfruttare gli spazi lasciati scoperti per le sue ripartenze devastanti. Proprio da una di queste è scaturito il secondo gol dei belgi, quando Lukaku si è fatto 50 metri in progressione partendo dalla propria trequarti, saltando un paio di avversari con grande facilità e servendo poi Kevin De Bruyne il quale dopo aver controllato nei pressi del limite dell’area ha lasciato partire un destro micidiale che non ha lasciato scampo ad Alisson.

Nella ripresa Tite ha inserito sin dall’inizio Firmino per Willian e dopo una decina di minuti Douglas Costa per uno spento Gabriel Jesus, il quale ha chiuso, primo centravanti della storia del Brasile ai Mondiali, a secco di reti la sua esperienza in Russia. Anche grazie a questi due cambi è sembrato sin da subito un altro Brasile, col Belgio che ha impostato la gara sulla difesa del risultato, provando sempre poi a ripartire non appena ce ne fosse occasione. Ma la supremazia brasiliana è stata abbastanza netta e le occasioni non sono mancate. Neymar è stato, come al suo solito, protagonista di alcuni episodi dubbi con un paio di rigori chiesti e non assegnati. Rigore che invece c’era ai danni di Gabriel Jesus, poco prima che uscisse, ma che nonostante la VAR non è stato assegnato abbastanza inspiegabilmente. Coutinho si è mosso molto e ha avuto sui piedi l’occasione per riaprirla su assist di Neymar ma ha fallito la conclusione da posizione molto vantaggiosa. Si è fatto perdonare quando al 76° ha fornito un assist al bacio al neo-entrato Renato Augusto il quale con un bel colpo di testa ha insaccato alle spalle di Cortouis, fino a quel momento insuperabile. Douglas Costa ha ispirato anche lui diverse occasioni, sia con dei tiri da fuori che con dei cross per i compagni, ma alla fine non c’è stato nulla fare per i brasiliani che hanno dovuto risvegliarsi dal sogno e salutare i Mondiali. Il Belgio, pur soffrendo nella seconda metà di gara, si è mostrata squadra vera, capace di adattarsi alle diverse situazioni, specie grazie alle numerose alternative di cui dispone il CT Martinez ed ha messo in mostra alcuni giocatori di valore assoluto come Hazard, ieri strepitoso, De Bruyne che in quella posizione più avanzata è stato decisivo e Lukaku che anche quando non segna riesce a essere decisivo con le sue giocate e col suo strapotere fisico che aiuta tutta la squadra sia in fase offensiva ma anche difensiva.

 

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