Home Calcio 360º Mondiali 2018: l’Inghilterra sfata il tabù rigori, la Svezia continua a stupire

Mondiali 2018: l’Inghilterra sfata il tabù rigori, la Svezia continua a stupire

by Redazione Sport Time Calabria

Si sono conclusi martedì gli ottavi di finale che hanno consegnato le ultime due nazionali che prenderanno parte ai quarti. Inghilterra e Svezia hanno eliminato rispettivamente Colombia e Svizzera al termine di due gare equilibrate e combattute.

INGHILTERRA – COLOMBIA 5-4 dopo i calci di rigore (1-1 FT)

Nella sfida delle 20 si sono affrontate Inghilterra e Colombia per uno degli ottavi più interessanti ed equilibrati. Entrambe le rappresentative si sono presentate ai nastri di partenza con l’obiettivo di stupire gli addetti ai lavori, oltre che quello di far sognare due popoli che vivono il calcio in modo assolutamente viscerale.

La Colombia è scesa in campo con una sorta di 4-3-3 con Quintero e Cuadrado a supporto di Radamel Falcao, con lo juventino che in realtà ha interpretato quasi il ruolo di seconda punta vera e propria con Quintero che invece ha agito più da rifinitore svariando su tutta la trequarti. Assente, infortunato, e neanche in panchina la stella James Rodriguez. L’Inghilterra ha risposto col suo collaudato, ormai, 3-5-2 con Young e Trippier esterni, Alli e Lingard ai fianchi di Henderson al centro del campo, e col bomber Kane supportato dalla velocità di Sterling in avanti.

In costruzione Lingard si alza sul centrodestra a supporto delle punte

Come vediamo nell’immagine in fase di costruzione dell’azione da parte dell’Inghilterra Lingard si alzava praticamente in linea con Sterling a supporto di Kane a formare un 3-4-2-1. La Colombia invece lasciava i terzini abbastanza alti non in linea coi centrali quasi ad attendere la salita di Trippier e Young, mentre a centrocampo e in attacco si disponeva con dei triangoli con Sanchez e Quintero vertici bassi.

Impostazione colombiana con Quintero a prendere palla e Inghilterra diposta col 5-3-2

Quando invece era la Colombia a costruire il gioco appariva ancora più evidente come Quintero facesse il trequartista vero e proprio andando a cercare il pallone tra i piedi all’altezza della mediana, con Cuadrado molto vicino ed in supporto a Falcao. Di contro l’Inghilterra attendeva con un 5-3-2 puro, con Young e Trippier molto bassi e Lingard che scalava nuovamente al fianco di Henderson e Alli.

Il primo tempo non offre quasi nulla dal punto di vista delle occasioni. L’Inghilterra tenta di impostare la gara con veloci sortite di Sterling e con Kane a lottare contro i centrali colombiani. La partita è tesissima, ci sono scontri, proteste, accenni di rissa e simulazioni e lo spettacolo ovviamente ne risente. Ma come dicevamo la posta in palio è altissima per entrambe e nessuna delle due vuole concedere nulla. Nella ripresa ci vuole un episodio per spezzare l’equilibrio. Episodio che arriva al 10° quando Sanchez, che già si era fatto espellere dopo 3 minuti nella gara d’esordio col Giappone, atterra in area Kane con l’arbitro che concede il rigore. Lo stesso Kane, infallibile dal dischetto in questi Mondiali, realizza la rete del vantaggio inglese. Non succede molto fino al pieno recupero quando Uribe si inventa dal nulla un tiro da quasi 30 metri che impegna Pickford costretto a mettere in angolo. Sugli sviluppi dello stesso è Jerry Mina a svettare e a siglare la rete dell’insperato pareggio che manda in visibilio la marea gialla di tifosi sugli spalti. Terzo gol consecutivo ai mondiali per il giovane di proprietà del Barcellona, statistica incredibile se si pensa che stiamo parlando di un difensore centrale.

I supplementari si svolgono sul filo dei nervi, non che potesse essere altrimenti. L’Inghilterra va vicina in un paio di occasioni al gol-qualificazione, in particolar modo con Dyer, ma alla fine si rimane sul 1-1 e si va ai calci di rigore. Per l’Inghilterra la maledizione dei tiri dal dischetto sembra continuare quando Ospina fa una gran parata su Henderson e sembra indirizzare la qualificazione verso i colombiani. Ci pensa poi la traversa interna a far risorgere gli inglesi quando sputa fuori il pallone calciato con potenza da Uribe. Poi è il turno di Pickford essere protagonista e respingere il rigore di Bacca ed infine è Dyer a chiudere il discorso realizzando il rigore finale e regalando i quarti di finale all’Inghilterra che adesso ha tutto il diritto di sognare quel titolo che in patria attendono da più di mezzo secolo.

SVEZIA – SVIZZERA 1-0

L’ottavo tra Svezia e Svizzera è stato senz’altro quello più bloccato e complicato per entrambe dal punto di vista tattico ed emozionale. Per entrambe infatti i quarti avrebbero rappresentato già un grandissimo risultato e quindi il peso della posta in palio si è fatto sentire ancora di più rispetto alle altre sfide.

La Svezia ha confermato il suo 4-4-2 con Berg e Toivonen in attacco e Forsberg, l’uomo decisivo del match, che partiva sulla linea dei centrocampisti largo a sinistra, ma con la licenza di svariare per provare a sfruttare le sue eccelse qualità di palleggio e di inserimento. Dietro la coppia centrale formata ovviamente dal capitano Granqvist e dal “red devil” Lindelof. Per la Svizzera invece un 4-2-3-1 con la sorpresa Drbic in avanti al posto di Seferovic, Zuber e Shaquiri larghi con Dzemaili centrale sulla trequarti e la coppia BerhamiXhaka al centro del campo.

Le due linee svedesi strette a difesa dell’area di rigore

Quando l’azione si svolgeva sulla trequarti svedese le due linee di difesa e centrocampo della nazionale scandinava stavano sempre strette e compatte a disegnare un 4-4-2 granitico e organico allo stesso tempo, capace di muoversi su tutto il fronte d’attacco svizzero in modo da creare densità nella zona della palla ed in modo da non lasciare praticamente alcun varco agli svizzeri.

Il pressing alto svedese quando la Svizzera costruisce dal basso

Blocco svedese che non si muoveva solo lateralmente a difesa della propria area ma anche verticalmente quando la Svizzera provava a costruire dal basso. Nell’immagine notiamo come quando gli elvetici provavano a costruire palla a terra sin dal portiere, con conseguente allargamento dei centrali difensivi e abbassamento dei mediani, la Svezia saliva e provava a pressare in modo molto aggressivo uomo contro uomo proprio per impedire un’uscita pulita del pallone.

Questo è stato il tema tattico prevalente di tutti i 90 minuti, con la Svizzera che ha avuto un possesso palla nettamente superiore ma che raramente è riuscita a rendersi pericolosa. Nella prima frazione gli uomini offensivi in maglia rossa sono stati quasi sempre anticipati dagli avversari, si segnala infatti solo una conclusione si Zuber dopo circa 10 minuti. L’occasione più importante dei primi 45 minuti è stata infatti appannaggio della Svezia con Berg che intorno alla mezz’ora si è inserito bene tra i centrali avversari prima di sprecare però il perfetto cross di Claesson.

La partita prosegue su ritmi bassi anche nella ripresa. La Svizzera sembra aver più timore, gli svedesi invece attendono sornioni il momento giusto per colpire. E quel momento arriva dopo 20 minuti quando la stella svedese Forsberg dopo una combinazione con Toivonen libera un destro da fuori e, grazie alla decisiva deviazione di Akanji che spiazza il proprio portiere, riesce a portare in vantaggio i suoi. A quel punto gli svedesi si arroccano a difesa del risultato, riuscendo a sfruttare le proprie caratteristiche migliori. Petkovic tenta il tutto per tutto inserendo Embolo e Seferovic. Ed è proprio l’ala dello Shalche 04 a creare l’occasione più importante per il pareggio, che è salvato però sulla linea proprio da Forsberg che risulterà quindi decisivo, oltre che per il gol, anche per questo intervento a difesa della propria porta. Nulla da fare quindi per la nazionale elvetica che non riesce a recuperare lo svantaggio e deve salutare questa edizione dei Mondiali con qualche rimpianto forse, vista la notevole qualità media presente in campo, anche se va detto che è mancato forse un attaccante che potesse finalizzare la mole di gioco prodotta da Shaqiri e compagni. La Svezia invece continua il suo incredibile percorso, e allevia forse le sofferenze del popolo italiano che vede i propri carnefici essere inaspettatamente ma meritatamente protagonisti assoluti di questo Mondiale.

Related Articles

Leave a Comment