Il sabato Mondiale appena trascorso è stato l’unico giorno che prevedeva ben quattro partite invece delle solite tre. Si sono giocate le prime sfide dei gironi C e D e sono entrate in campo due delle squadre ritenute da tutti gli addetti ai lavori tra le favorite al titolo: la Francia e l’Argentina.
Hanno aperto le danze alle 12 ora italiana i galletti francesi impegnati contro l’Australia. Dal giovanissimo (66 anni in 3) e potenzialmente devastante attacco dei blues composto da Mbappè, Griezmann e Dembelè ci si aspettava sicuramente molto di più. Va detto che solitamente le grandi squadre tendono a non brillare particolarmente nelle primissime partite in questo tipo di competizioni, andando poi a ingranare e a oliare i meccanismi man mano che le sfide diventano sempre più importanti. Non che la sfida di ieri non fosse importante, anzi, partire coi 3 punti può fornire quella tranquillità e fiducia necessarie per portare al termine il girone nel miglior modo possibile potendo provare a sprecare il minimo delle energie.
Il gioco della Francia, tuttavia, è sembrato troppo lento e compassato soprattutto nel primo tempo. E contro una nazionale pur limitata tecnicamente ma ben organizzata e disposta al sacrificio come quella australiana, è andata in difficoltà e ha avuto bisogno anche di un pizzico di fortuna per riuscire a portarla a casa. Nel secondo tempo infatti si è prima portata in vantaggio grazie a un calcio di rigore assegnato dall’arbitro uruguayano Cunha, dopo una revisione della VAR (prima volta nella storia dei Mondiali), trasformato dallo stesso Griezmann che se lo era anche procurato; poi a dieci minuti dal 90° è tornata definitivamente in vantaggio grazie al gol di Pogba propiziato da una deviazione decisiva di un difensore australiano al termine comunque di una bella azione. Nel mezzo c’era stato il pareggio dell’Australia grazie al calcio di rigore realizzato da Jedinak al 62°minuto di gioco. Rigore gentilmente concesso da Umtiti il quale ha inspiegabilmente colpito una palla in area con la mano, quasi come se stesse giocando a pallavolo e non a calcio.
Di positivo per la Francia ci sono i tre punti e poco altro, per il momento. Ma siamo sicuri che, col passare dei giorni e delle partite, se quei tre lì davanti coadiuvati da un Pogba che è sembrato comunque voglioso di far bene dovessero iniziare a ingranare e a sviluppare un’intesa almeno decente la formazione dei galletti potrà davvero provare ad arrivare fino in fondo, a patto che mantenga anche dietro la concentrazione e non risenta troppo della mancanza d’esperienza sul palcoscenico mondiale dovuta alla bassissima età media del gruppo.
Alle 15 è stato il momento dell’Argentina che se l’è dovuta vedere con l’Islanda. Tutti si attendevano la risposta di Messi nei confronti di Cristiano Ronaldo e quella risposta è sì arrivata, ma non nella modalità prevista. Il fuoriclasse del Barcellona infatti è stato protagonista in negativo della mancata vittoria all’esordio dei suoi fallendo il rigore che poteva portare la squadra sul 2-1 a metà del secondo tempo ipotecando a quel punto la vittoria finale. Ma così non è stato e l’Islanda ha potuto festeggiare, più che meritatamente, la conquista del suo primo storico punto ad un Mondiale. I colossi islandesi giocano da squadra, si muovono sempre compatti con le due linee di difesa e centrocampo strettissime a chiudere ogni varco, grazie anche all’aiuto delle delle due punte che si sacrificano anche loro moltissimo. Ma fanno il tutto con qualità, ripartono bene, Hallfredsson e Bjarnason ci mettono anche qualità a personalità a centrocampo ed in avanti la stella Sigurdsson e il centravanti Finnbogason sono due spine nel fianco costanti per la difesa argentina.
E così le sortite dei sudamericani si riducono spesso a degli estenuanti giro-palla orizzontali che portano ben poco in termini di pericolosità, soprattutto perchè ogni qualvolta la palla è messa in area i giganti islandesi dominano e respingono qualsiasi cosa minacci la loro porta. Da un’azione abbastanza casuale nasce il gol del vantaggio dell’Argentina quando al 19° minuto un tiro senza pretese di Rojo da fuori area arriva tra i piedi di Aguero che poi è strepitoso nello girarsi in un fazzoletto per liberare un sinistro potentissimo che va ad infilarsi sotto la traversa. Il gol però non sortisce l’effetto sperato, anche perchè dopo pochissimi minuti l’Islanda pareggia grazie al gol di Finnbogason bravissimo a raccogliere un respinta di Caballero e ad insaccare per il gol del definitivo 1-1. Come dicevamo Messi nel secondo tempo ha avuto l’occasione migliore possibile per riportare la gara sul binario giusto, ma si è fatto respingere il rigore da Halldorsson che ha potuto così scrivere il suo nome nel libro di storia dei Mondiali. Dopo di che il 10 argentino ci ha provato in ogni modo ma, tranne quando ha sfiorato il palo con uno dei suoi sinistri a giro da fuori area, è stato molto impreciso specie sui calci piazzati dove non si è mai reso pericoloso. La situazione ora per l’albiceleste non è certamente delle più rosee. Si ritrova in un girone difficile e deve cambiare qualcosa dal punto di vista del gioco e magari anche degli uomini, ricordiamo gli juventini Higuain e Dybala in panchina, se vuole provare a coltivare il sogno della vittoria finale che per Leo Messi più che sogno sembra quasi iniziare a tramutarsi in un vero e proprio incubo.
A completare il discorso per quanto riguarda il girone C alle 18 è stato il turno di Perù e Danimarca. Per entrambe le squadre questa sfida aveva il sapore di un vero e proprio spareggio. Nelle previsioni degli addetti ai lavori erano proprio loro infatti quelle che si sarebbero dovute giocare il secondo posto utile per passare agli ottavi insieme alla Francia. A poter festeggiare alla fine sono stati i danesi che, grazie a un gol in contropiede firmato da Poulsen al 59° minuto, hanno portato a casa i tre punti che gli valgono il primo posto temporaneo nel girone a braccetto con la Francia. Risultato che però non rispecchia a pieno l’andamento della partita che è stata per lunghi tratti dominata dai peruviani che hanno mostrato idee di gioco più chiare, grande grinta ma purtroppo per loro troppa imprecisione. Proprio sullo scadere della prima frazione di gioco il Perù ha infatti sprecato un calcio di rigore con Cueva che ha calciato alto sopra la traversa. Anche nel secondo tempo il Perù crea tantissimo sia prima che dopo il gol danese, ma Farfan e Carrillo sprecano l’impossibile. Al 18° entra il capitano Guerrero dopo una lunga assenza dai campi e riesce a dare nuova linfa, sfiorando anche il gol con un bellissimo colpo di tacco. Anche il finale è un vero e proprio assedio, ma la Danimarca riesce a uscirne indenne e a portare a casa una vittoria immeritata quanto fondamentale per il prosieguo del Mondiale.
Meglio non poteva iniziare questo campionato del mondo invece per quella che può essere considerata ormai una big del panorama internazionale, ovvero la Croazia che in serata alle ore 20, conclude questa lunga giornata battendo la Nigeria all’esordio col punteggio di 2-0. Meglio non poteva iniziare anche e soprattutto per il passo falso degli argentini nel pomeriggio, che le consegnano quindi il primo posto solitario nel girone. La Croazia, grazie anche a degli episodi favorevoli, è riuscita a gestire il match nel migliore dei modi e senza spingere più di tanto. Gara che si è sbloccata al 32° quando Mandzukic propizia l’autogol dello sfortunato Etebo il quale devia col piede un colpo di testa dell’attaccante juventino e insacca nella sua porta. La seconda rete è procurata ancora da Mario Mandzukic che si procura un calcio di rigore poi trasformato con freddezza glaciale dal fuoriclasse del Real Madrid Luka Modric che ha chiuso definitivamente il discorso lasciando modo alla propria squadra di fare vera e propria accademia coi vari Perisic, Rebic, Kramaric e compagni che hanno potuto gestire il risultato e le forze grazie anche a una Nigeria, sì volenterosa e che si è difesa con ordine, ma troppo leggera ed inconsistente in attacco. Da segnalare l’ingresso del “crotonese” Simy che al minuto 88 ha esordito al Mondiale e che si candida per un maggiore utilizzo nelle prossime partite potendo dare all’attacco nigeriano quel peso necessario per poter impensierire le difese avversarie.