Dunque è ufficiale: Massimo Drago è il nuovo allenatore della Reggina 1914, è bastata una sconfitta interna nel derby col Catanzaro, al neo presidente Gallo ed al DG Iiriti, per sollevare Cevoli dal proprio incarico ed affidare la panchina ad un tecnico ambizioso che però era fuori dalla “scena” da più di due anni.
LA GAVETTA – Massimo Drago è un allenatore fatto in casa: ex centrocampista di buon livello, ha militato in varie squadre meridionali, partendo dal Crotone (squadra della sua città e che all’epoca si chiamava Kroton), passando per Licata, Potenza, Castrovillari e Catania.
Poi il ritorno a Crotone da allenatore e l’inizio della trafila nelle giovanili dove rimane per 3 anni prima di essere “promosso” a collaboratore tecnico della prima squadra per un triennio, e poi vice di Menichini nella stagione 2011-2012 quella in cui subentra allo stesso tecnico toscano alla 24^ giornata, traghettando gli squali alla salvezza.
Ma il giovane tecnico crotonese piace così tanto che – da traghettatore – diventa invece l’uomo a cui affidare la squadra: conosce l’ambiente, conosce la società… insomma, la persona giusta al momento giusto.
LA SCOPERTA – Ed è così la persona giusta che, dopo il 12° posto della stagione successiva, in quella del 2013-14, riesce addirittura a portare – per la prima volta nella storia – il Crotone ai play-off promozione. Quel sesto posto arriva in maniera sorprendente e soprattutto a suon di reti, con un gioco travolgente, basato sulla ricerca della profondità grazie anche alle sovrapposizioni dei terzini (Del Prete a destra e Mazzotta a sinistra) che diventano vere spine nel fianco per le difese avversarie. Il resto poi lo fanno le qualità dei vari Bernardeschi, Cataldi, Dezi, Bidauoi, l’istinto dei Torromino, Ishak e Pettinari, la compattezza difensiva data da Suagher ed Abruzzese e l’incoscienza del giovane portiere Gomis. Ne viene fuori una squadra sbarazzina, che propone sempre il proprio calcio contro qualsiasi avversario. Ed è proprio sul manto erboso del Granillo che il Crotone di Drago gioca una delle sue migliori gare espugnandolo per la prima volta con un risultato che non lascia spazio a repliche: 1-4. Ai play-off il sogno svanisce ma rimane chiaramente l’ottimo lavoro svolto dal giovane tecnico che si guadagna sul campo una riconferma.
PAURA – La stagione successiva, al contrario, è irta di difficoltà. Nonostante alcuni rinforzi importanti (Claiton,Modesto, Ferrari, Maiello, Ciano, Ecc.), il girone di andata è disastroso: 21 punti in 21 giornate e salvezza che appare molto complicata. Gli arrivi a gennaio dei vari Cordaz, Stoian, risultarono decisivi per centrare l’obiettivo che però arrivò con tanta sofferenza ed all’ultimo secondo dell’ultima giornata allo Scida contro la Virtus Entella. Quella stagione, quei mesi, furono di grande sofferenza per mister Drago che – come rivelò qualche tempo dopo – perse anche il sonno in quanto “vinto” dal timore di far retrocedere la squadra della propria città.
IL DIVORZIO – Ecco perché decise di lasciare Crotone, nonostante le avances del presidente Vrenna ed ecco perché scelse Cesena una piazza ambiziosa e che avrebbe potuto valorizzare il suo credo calcistico e che gli dà totale fiducia mettendolo sotto contratto per 3 anni. Di fatto così è, in quanto la prima stagione in Romagna è più che positiva: sesto posto (anche se play-off svaniti ancora al primo turno preliminare) gran gioco e soprattutto Drago si scopre “talent scout” lanciando i vari Kessie, Sensi, Caldara, Ragusa, Valzania, Garritano, tutti giovani di belle speranze che non hanno affatto deluso le attese. L’unica beffa, se vogliamo, fu la contemporanea promozione del “suo” Crotone in serie A. Ma il calcio è strano, si sa.
L’ESONERO – Tanto strano da far conoscere al mister crotonese “l’ebbrezza” del suo primo esonero: è la stagione successiva (2016-17), dopo l’ennesimo risultato deludente, all’undicesima giornata viene sollevato dall’incarico. Da lì inizia un’attesa lunga 2 anni e 4 mesi nella quale mister Drago rifiuta alcune offerte (Lecce e Catania) ed investe sul settore giovanile dando vita ad una “Scuola Calcio” nella sua città. Fino alla chiamata della Reggina.
IL RITORNO – Il richiamo del campo era ormai diventato troppo forte. L’attesa lo ha premiato e la chiamata giusta è arrivata. Un progetto ambizioso quello del presidente Gallo che ha convinto in toto “Massimo” a tornare in pista con un contratto di due anni e mezzo. Convinto soprattutto dall’organico che potrà allenare e dall’impianto tattico che potrà subito dare agli amaranto.
COME CAMBIA LA REGGINA – Di fatto non si vedranno più i vari 3-4-3/3-4-2-1/3-4-1-2 utilizzati nelle ultime settimane da Cevoli. Si partirà dalla certezza della difesa a 4 con Kirwan e Procopio che dovrebbero essere i terzini, Conson, Solini, Gasparetto e Redolfi rappresentano 4 centrali di affidabilità. Tanta abbondanza poi dalla cintola in su con la possibilità di alternare il 4-3-3 al 4-2-3-1, magari con De Falco e Salandria o Zibert davanti alla difesa, Bellomo, Strambelli, Sandomenico , Tassi e Tulissi come batteria di trequartisti e poi Baclet, Viola e Doumbia come terminali offensivi.
Insomma, tante opzioni per mister Drago che dovrà esser bravo nell’amalgamare il gruppo e soprattutto a far sì che la sua squadra abbia personalità, qualità che forse – in alcuni casi – è venuta a mancare nelle sue pregresse esperienze.