Home Altri Sport [STC STORIE DALL’ESTERO] – LIGUE 1 – L’Amiens da favola di Eddy Gnahorè

[STC STORIE DALL’ESTERO] – LIGUE 1 – L’Amiens da favola di Eddy Gnahorè

by Redazione Sport Team Calabria

Una storia. Un racconto, un fatto: un pretesto per fotografare un momento di quello che succede nel mondo calcistico e sportivo, qui e ora, intercettare un personaggio o un significato, sedersi su un treno virtuale e gettare uno sguardo diagonale sulle cose che scorrono (lente, veloci) oltre il nostro finestrino. Questo l’intento, il manifesto di questa piccola, nuova rubrica di Sport Team Calabria, che parte ufficialmente oggi. Dal binario parte un lungo fischio. Sedetevi comodi. Prossima destinazione: Amiens, Francia, Ligue 1.

Lo Stade de la Licorne, lo stadio dell’Amiens, più che ad un impianto sportivo assomiglia ad un surreale palazzo di cristallo. L’atmosfera che pervade la casa della piccola squadra della Piccardia (un elegante catino bianco di appena 12.000 posti) ha quel qualcosa di fiabesco che va a braccetto col soprannome con cui vengono chiamati i giocatori dell’Amiens: Les Licornes, gli Unicorni. Vi ricordate di Eddy Gnahoré? In Calabria, a Crotone, è stato solo una comparsa, durante i primi mesi di Serie A della squadra rossoblù. Veniva dalle retrovie del Napoli, via Carpi (dove non aveva mai esordito, complice un lungo infortunio): un giovane centrocampista di belle speranze il cui biglietto da visita, tuttavia, non mostrava altro di interessante che diversi anni di giovanili in prestigiosi vivai d’Inghilterra (Manchester City, Birmingham City) e un paio di stagioni di livello in Serie C con la Carrarese. Aveva ancora tutto da dimostrare Eddy, e probabilmente – vista la tradizione della squadra in riva allo Ionio – era capitato anche nel posto giusto, ma sicuramente nel momento sbagliato.

L’impatto con la massima categoria, per il Crotone, fu infatti più duro del previsto e l’allenatore degli Squali, Davide Nicola, non riuscì mai a prendere seriamente in considerazione le qualità latenti del giovane centrocampista francese. Bilancio finale: una manciata di panchine e una sola presenza, 25 soli minuti, nella partita casalinga persa 1-0 per mano del Bologna, il 14 gennaio 2017, in quello che era uno dei periodi più neri in assoluto della stagione pitagorica. Tempo pochi giorni e il Napoli si decise a richiamare dal prestito il ragazzo per girarlo al Perugia in Serie B, dove riuscì a trovare più continuità e anche la gioia di una rete. Nell’estate del 2017 ci scommise il Palermo, fresco di retrocessione in cadetteria: all’ombra del Monte Pellegrino, Gnahoré riuscì finalmente a trovare la propria dimensione, giocando una stagione di assoluto livello per la cadetteria. Nell’estate del 2018, quindi, il tanto atteso salto di categoria: non in Seria A con la maglia rosanero, ma in Ligue 1, con quella bianconera dell’Amiens, che l’ha strappato ai siciliani con la formula del prestito con obbligo di riscatto. Per il centrocampista classe ’93, il trasferimento nella Francia del nord ha rappresentato un ritorno in “patria”, essendo l’ex-Crotone nato a Villeneuve-la-Garenne, uno dei numerosi sobborghi appesi alla vasta ragnatela della capitale. Lo scorso weekend, durante la terza giornata del massimo campionato transalpino, Gnahoré si è reso protagonista di una grande prestazione, nella cornice fiabesca dello Stade de la Licorne: aprendo le danze con una rete (la sua prima rete in una massima divisione), nel 4-1 complessivo inflitto al Reims, il classe ’93 ha dimostrato di essere sempre di più cuore del centrocampo dei Les Licornes, elemento imprescindibile della manovra bianconera. E a proposito di fiabe, la storia recente dell’Amiens ne ha tutte le sembianze: il club della Piccardia ha militato per quasi tutta la sua lunga esistenza (117 anni di storia) nelle serie minori francesi, prima di fare una doppia capriola in avanti, tra il 2016 e il 2017, dallo Championnat National (la terza serie francese) alla Ligue 1, passando dalla Ligue 2. La scorsa stagione una meravigliosa salvezza nella massima categoria; quest’anno, con alcune vecchie conoscenze del calcio nostrano in rosa – il bomber senegalese Moussa Konaté, ex-Genoa, il terzino svedese Emil Krafth, ex-Bologna e, appunto, Eddy Gnahoré – l’obiettivo è ripetere la favola.

 

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