Home Altri Sport A tu per tu con Dionigi Gagliardi, ideatore dell’opera “E’ per te il nostro boato”

A tu per tu con Dionigi Gagliardi, ideatore dell’opera “E’ per te il nostro boato”

by Redazione Sport Team Calabria

 

Sono tanti i ragazzi di Calabria che – per un motivo o per un altro – sono “costretti” a lasciare la propria terra, alla quale però, si rimane sempre “attaccati” come se ci fosse un cordone ombellicale eterno, tanto da influenzare – a volte anche inconsciamente – le azioni di ogni giorno.

Ciò si ripercuote in tutti gli ambiti, anche in quello artistico. E’ questo il caso di Dionigi Gagliardi, giovane crotonese che, ha dato vita (insieme ad i suoi colleghi) ad un’opera ispirata alla Calabria, in questo caso allo sport ed in particolare al Crotone calcio.

Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

 

Ciao Dionigi, ben trovato. Innanzitutto raccontaci come nasce la tua passione verso l’arte?

Sono cresciuto in una famiglia molto sensibile all’arte e che mi ha dato la possibilità di scegliere cosa fare della mia vita, che non è una cosa scontata. Infatti dopo aver frequentato il liceo scientifico e iniziato gli studi in Economia a Cosenza, ho deciso di lasciare quel percorso di studi trasferendomi a Roma per studiare arte.

Devo dire che sono sempre stato affascinato dal mondo scientifico legato all’arte, proprio per questo arrivato a Roma ho iniziato da subito una assidua frequentazione con Sergio Lombardo, che oltre ad essere uno dei più importanti artisti italiani del secolo scorso, è il principale fautore della Psicologia dell’arte in Italia.

Diciamo che sono stati una serie di fattori, posso dirti che ad oggi non è una passione ma una vera e propria scelta di vita che declino in diversi ambiti, dalla ricerca, alla divulgazione, all’insegnamento all’università.

 

Cos’è Numero Cromatico?

Numero Cromatico è un centro di ricerca che ho fondato ormai 8 anni fa insieme ad un gruppo di ricercatori under 35, artisti e neuroscienziati, con i quali progettiamo attività scientifiche sulla relazione tra arte e scienza. In otto anni di attività abbiamo prodotto mostre, conferenze, laboratori, performance, eventi e pubblicazioni, tra cui la rivista internazionale Nodes, unico periodico sulla relazione tra arte e neuroscienze in Italia.

 

In che ambito si inserisce la vostra ricerca?

Come ti dicevo prima ci occupiamo principalmente della relazione tra arte e scienza. Questo in realtà non significa che ci occupiamo di rappresentare attraverso l’arte fenomeni scientifici, ma che utilizziamo un approccio scientifico. Uno dei metodi per farlo è non dare sfogo alla nostra creatività di artisti, ma studiare la creatività del pubblico, del fruitore e anche dei media.

Questo con la nostra attività di ricerca di laboratorio ma anche attraverso progetti “divulgativi”: opere, performance, installazioni che attivano un’interazione con il pubblico dal fisico allo psicologico. L’installazione È per te il nostro boato è proprio in questa direzione.

Dunque tifo ed arte, accoppiata che potrebbe sembrare strana ma che non lo diventa se si cerca appunto l’interazione?!

Si tratta di due frasi prese dal mondo della tifoseria e riproposte insieme in rima come verso poetico, una sorta di dichiarazione d’amore. Se ci pensi “è per te il mio boato, al di là del risultato” potresti dirlo ad una donna di cui sei innamorato, come a dire “ti dò tutto di me a prescindere da come andrà”. L’idea è di attivare un’interazione psicologica con il pubblico utilizzando una frase che, spostata dal mondo del calcio e installata in un luogo deputato all’arte, può essere interpretata in modi diversi.  

Fatto questo ci piacerebbe esporlo allo stadio. Per noi sarebbe un sogno ed un onore poterlo fare nella Curva Sud del Crotone, durante una partita allo Scida. Sarebbe, da una parte un omaggio che faccio alla mia terra e alla mia squadra, dall’altro un modo per portare un progetto artistico al pubblico del calcio e farlo diventare, in qualche modo collettivo. La Curva Sud è sempre molto sensibile e magari a dicembre, dopo la fine della mostra, riusciremo a realizzare questa bella iniziativa.

 

Da cosa nasce l’idea di ispirarsi al colori del Fc Crotone?

L’idea nasce sicuramente dal forte legame affettivo con la squadra, sia mio che oramai anche dei miei colleghi che non sono di Crotone. Pensa che spesso seguiamo insieme il Crotone, anche in trasferta.

 

Perché il titolo della mostra è Next Stop? Come lo possiamo interpretare?

Il titolo della mostra è stato scelto dalla curatrice Barbara Martuscello, che ha usato questo concetto perché le opere in mostra non sono opere chiuse, ma solo un passaggio di un processo aperto e non esclusivamente mentale, che continuerà nei mesi successivi attraverso ulteriori progetti sempre legati alle installazioni in mostra.

 

Parli di “stimolo verbale preso dal mondo della tifoseria e riproposto sotto forma di verso poetico”, può diventare arte anche un coro o uno striscione da stadio?

Entriamo in un terreno difficile da spiegare in una breve intervista. Ti posso dire però che un coro o uno striscione creati per incitare la squadra non possono essere intesi come opera d’arte, anche se sono a tutti gli effetti frutto della creatività e molto spesso, soprattutto quelli della nostra Curva Sud, straordinari. Le coreografie della sud le ho tutte stampate nella memoria, sin da quando seguivo con mio padre da piccolo il Crotone nelle serie minori.

L’opera d’arte però risponde principalmente a questioni di tipo teorico, principalmente estetiche, filosofiche, scientifiche. Questo non significa che l’arte non possa utilizzare alcuni strumenti tipici del calcio ad esempio.

 

Possiamo dire che nell’arte si esprime anche un certo legame con la propria terra a volte inconscio, che non cesserà mai di esistere?

Questo è un altro tema importantissimo ma molto delicato. Il legame con le proprie origini come dici appunto tu è inconscio e quindi si esprime nella vita di tutti i giorni, nei valori, nello stile direi, non solo nell’arte.

Se mi permetti, per chiudere vorrei dire che non dobbiamo dimenticare il portato storico e culturale del nostro territorio. Proprio per questo portato culturale ancora oggi, seppure la città stia attraversando un periodo molto difficile, emergono molti talenti i quali nella maggior parte dei casi esprimono le loro doti lontano da Crotone. Ma il portato culturale non deve restare una chimera o frutto del passato. Per sedimentare e ricostruire un progetto culturale è necessario investire su quelle realtà che la cultura la promuovono e la costruiscono: dall’università ai centri di ricerca, dai musei ai centri culturali.

Si tratta sicuramente di un progetto a lungo termine, ma come ci insegna anche la storia dell’arte il presente si può cambiare solo attraverso l’utopia, guardando in maniera costruttiva al futuro.

Grazie davvero Dionigi, è stato un piacere.

Grazie a voi di STC,a presto.

 

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