Home Serie CCrotone Il mercato delle plusvalenze vere e fasulle: ChievoVerona, così non va bene

Il mercato delle plusvalenze vere e fasulle: ChievoVerona, così non va bene

by Redazione Sport Time Calabria

E’ facile notare come il gioco del calcio sia cambiato così velocemente negli ultimi 30 anni, sia in campo e soprattutto fuori. Il business che è cresciuto dietro questo bellissimo sport ha però scavato solchi profondi e preoccupanti in chiave amministrativa e gestionale dei club che ormai hanno subito una metamorfosi così acuta da sembrare vere e proprie aziende.

Per i grandi club, la Uefa sta provando a mettere dei paletti a quelle folli spese che probabilmente non stanno facendo altro che intorbidire di più le acque del mercato legato ai trasferimenti dei calciatori. I risultati del Fair Play Finanziario (nato nel 2009 con Michel Platini) sembrano avere alti e bassi: se è vero che c’è stata qualche esclusione in Europa negli ultimi anni di club come Galatasaray, Stella Rossa e Panathinaikos (Milan?), la maggior parte dei club ha però trovato una soluzione che gli consente di rimanere tranquilli o al massimo di cavarsela con qualche multa (vedi Paris Saint Germain, Manchester City). La risoluzione si chiama “plusvalenza”, ovvero una serie di operazioni di mercato in uscita che permettono di rientrare nei costi dopo alcune spese affrontate dal club durante la stagione appena passata. Più queste cessioni sono di un valore maggiore rispetto all’acquisto dello stesso giocatore in precedenza, più alta è la plusvalenza, prima si “sistema” il bilancio.

In Italia vale più o meno lo stesso criterio per avere la licenza della FIGC per l’iscrizione ai campionati. Nel particolare caso del ChievoVerona però sembrerebbe che la “forbice” tra acquisto e cessione di tanti (troppi) giocatori sia esageratamente grande per non pensare ad un illecito amministrativo. Sotto questo punto di vista la Procura Federale è sempre molto severa e difficilmente ammorbidisce le richieste di pena per fatti di questa tipologia. Probabilmente per fermare “questa macchina infernale” costituita dai troppi scorciatoie illegali per far riuscire a quadrare i conti, si dovrebbe pensare a punizioni esemplari per consentire ad altre realtà “virtuose” di poter ottenere quello che gli spetta di diritto per aver lavorato sempre in maniera onesta e trasparente. In questo senso il Crotone è uno dei pochi modelli che brillano per capacità amministrative che si tramutano molto spesso in straordinari risultati sportivi. Ora spetta alla giustizia sportiva italiana dare un forte segnale per restituire al calcio nostrano un po’ di dignità morale affinchè milioni di tifosi non perdano la fiducia di questo magico sport.

 

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