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Crotone-Padova: analisi tattica

by Redazione Sport Team Calabria

Crotone-Padova era una sfida fondamentale per entrambe le squadre, ed in particolare per entrambi gli allenatori che non stavano certo passando un felice momento sulle rispettive panchine.
Per Bisoli era importante fare punti dopo i recenti risultati negativi per provare a uscire dalla zona “rossa” della classifica. Per Stroppa invece non vi erano alternative alla vittoria, visto il ritardo che il suo Crotone stava accusando dalle prime della classe.

Partendo dalla squadra ospite mister Bisoli che doveva rinunciare ad alcuni elementi importanti, uno su tutti Clemenza, aveva scelto per la trasferta calabrese di schierare i suoi con un 3-5-2 che vedeva Capello come seconda punta ad affiancare Bonazzoli, e Pulzetti che partiva da interno sinistro con Della Rocca in cabina di regia.

Stroppa ha invece confermato, come detto alla vigilia, il passaggio alla difesa a 4, anche se col centrale Vaisanen adattato come terzino destro. Il modulo, come vedremo, sulla carta era il 4-3-1-2 anche se poi in varie fasi della gara ci sono stati diversi aggiustamenti. In avanti Spinelli come riferimento in mezzo all’area con Budimir che girava un po’ più largo.

 

I primi 10 minuti sono prevalentemente di studio tra le due squadre. Il Crotone tenta la costruzione dal basso aprendo i terzini sulle linee laterali e con Barberis che scendeva tra i due centrali difensivi a prendere palla.
Il Padova, di contro, ha esercitato sin dai primi secondi un pressing asfissiante sui portatori di palla rossoblu, portando tanti uomini alti sulla trequarti avversaria.
Come vediamo sempre più spesso nell’interpretazione del gioco da dietro di sempre più squadre, i due centrali si aprono ai lati dell’area di rigore, i terzini salgono e si allargano sulle linee laterali e il regista scende a prendere palla tra i centrali.
Se c’è una cosa che si nota è la posizione di Molina, che non è quasi mai alto in linea con l’altra mezzala Rohden, ma invece spesso occupa una posizione più bassa vicino a Barberis, mentre lo svedese si alza vicino al trequartista Firenze.
Una delle ragioni che può aver portato Stroppa a dare questa impostazione può essere rappresentata dalla differenza di spinta che, ovviamente, i due terzini hanno offerto durante la gara. Da una parte Martella è andato sempre, ogni volta che ha potuto, ed era coperto sia appunto da Molina che scalava dalla sua parte, e sia da Marchizza che scivolava sull’esterno quando serviva.
Dall’altra parte invece Vaisanen ha cercato per lo più di coprire l’ampiezza stando comunque quasi sempre molto largo, e non andando quasi mai a fare il terzo centrale, come si sarebbe potuto pensare. Partecipava al giro palla ma, mentre Martella poi spesso scaricava e partiva, il finlandese nel primo tempo non ha praticamente mai superato la metà campo, a differenza del secondo dove ha osato un po’ di più.
Una situazione classica era quindi questa riprodotta in foto: quando Vaisanen aveva palla i compagni provavano a offrire più opzioni di passaggio possibili. In questo caso vediamo come il terzino abbia a disposizione lo scarico dietro a Sampirisi, l’appoggio a Barberis, il lungo-linea rasoterra per Rohden, quello alto e lungo per Firenze che taglia alle spalle della difesa del Padova, ed anche il passaggio per Budimir che è venuto incontro.
Questi movimenti non sono per nulla casuali, e nella gran parte delle azioni dei rossoblu abbiamo potuto vedere Budimir allargarsi molto e venire dietro mentre Spinelli stazionava nei pressi dell’area di rigore, Molina che stava vicino Barberis, e Rohden e Firenze fare il bello ed il cattivo tempo sulla trequarti tagliando e andando incontro a seconda delle occasioni, provando a dare imprevedibilità e pericolosità alla manovra, spesso troppo lenta e macchinosa.
Man mano che passavano i minuti il Crotone appariva sempre più schierato con una sorta di 4-2-2-2 di “Nicoliana” memoria, più che con un 4-3-1-2 classico.
E proprio come nel Crotone di Nicola diventava fondamentale Rohden coi suoi inserimenti, anche nella gara di ieri decisivo per il gol del vantaggio, e per altre situazioni pericolose, è stato proprio lo svedese coi suoi movimenti a tagliare in diagonale la difesa avversaria da destra verso sinistra, o ad allargarsi sulla destra partendo da posizione più centrale.

Analizzando l’azione del gol del vantaggio rossoblu possiamo notare alcuni particolari interessanti. Il movimento di Spinelli che, anche lui, viene incontro al portatore di palla, il centrale difensivo di destra del Padova Cappelletti lo segue e lascia libera la sua zona dove va a buttarsi lo svedese Rohden tagliando da destra. L’esterno destro Salviato tenta la diagonale ma è in ritardo e quindi va verso l’area piccola a prendere il posto di Cappelletti che invece segue Rohden.
Questo scambio tra i due biancoscudati incide poi sul resto dell’azione che porta al gol del Crotone. Quando infatti Martella riceve lo scarico di Rohden e crossa al centro, Salviato non è piazzato al meglio e guarda solo la palla, Capelli è preso in mezzo da Spinelli e Firenze, e l’argentino può ricevere il preciso cross dell’esterno sinistro e segnare il gol del 1-0.

Il Padova ha provato a sfruttare molto la fascia sinistra, ovvero quella dove stazionava Vaisanen. Contessa infatti è sceso più volte sulla fascia cercando di sfruttare la propria velocità e la propria bravura al cross. Sempre da quella parte erano soliti anche gli inserimenti di Pulzetti che andava prima ad attaccare lo spazio alle spalle del finlandese, quando questo si alzava, per poi da posizione larga tagliare verso l’area di rigore. Proprio con una dinamica simile arriva l’occasione più importante del primo tempo per il Padova, qualche minuto dopo aver subito il gol dello svantaggio.
Cross di Contessa per l’altro esterno Salviato. Martella impreciso nel valutare la traiettoria stringe troppo e Salviato può fare da sponda per Pulzetti che si inserisce e non viene seguito da Barberis, potendo colpire tutto solo da posizione vantaggiosa ma sprecando l’occasione.
Ottima reazione quindi degli uomini di Bisoli e Crotone che, trovato il gol del vantaggio, pensa maggiormente a controllare il risultato senza correre rischi più che ad affondare alla ricerca del secondo gol. E lo fa abbastanza bene in quanto difende senza troppi affanni a livello di squadra, ma qualche occasione il Padova la trova grazie ad alcuni errori individuali degli uomini rossoblu.
Su questo aspetto crediamo che a livello psicologico i giocatori del Crotone continuino a risentire degli effetti del cattivo andamento e quindi la paura di non portare a casa i tre punti a volte blocca i giocatori, li porta a non rischiare mai in fase di impostazione, non riuscendo però in questo modo a sfruttare i vantaggi di una costruzione palla a terra da dietro. Infatti nella gran parte dei casi si arrivava comunque al rilancio lungo di Cordaz, e questo è un altro aspetto che ricorda il Crotone di Nicola, con Spinelli a fare “il Falcinelli” e Budimir a fare “il Trotta”. Con dietro di loro Firenze e Rohden pronti sulle seconde palle a creare pericoli sulla trequarti.
Anche nel secondo tempo possiamo notare come i centrocampisti del Crotone formino un quadrilatero, questa volta anche in fase di attesa senza palla, a differenza del primo tempo dove in fase di non possesso si tendeva a mantenere le posizioni più classiche del 4-3-1-2.
Il Padova è entrato nella ripresa con lo stesso ottimo piglio della prima frazione, ha continuato ad esercitare pressione sulla costruzione del Crotone provando a recuperare palla il più alto possibile per ripartire e creare pericoli alla difesa rossoblu. Proprio l’azione del gol del pareggio nasce da una situazione in cui Spinelli viene nella propria metà campo a prender palla, anche questo a differenza del primo tempo dove questo lavoro lo aveva fatto quasi solamente Budimir, ma è chiuso da due avversari e non ha praticamente alcuna opzione di passaggio con quasi tutti i giocatori del Crotone marcati.
Sul recupero palla del Padova il Crotone non è posizionato neanche troppo male, ma è stato molto bravo Broh a sfruttare la linea di passaggio dettata da Capello che ha costretto Barberis a temporeggiare proprio a coprire quella linea, con lo stesso Broh che si è buttato nel corridoio tra quest’ultimo e Vaisanen preoccupato anche lui nel coprire lo scarico sull’esterno verso Contessa. Al centro dell’area poteva fare meglio Marchizza che però lascia quel metro a Bonazzoli che gli è sufficiente per poter colpire al volo sull’assist di Broh e segnare il gol del 1-1.

Da questo momento in poi assistiamo inaspettatamente a una fase dove il Crotone riesce a rendersi numerose volte pericoloso. Il merito è senza dubbio della reazione degli squali, dell’ingresso di Stoian e Simy per Molina e Spinelli, ed anche dell’atteggiamento del Padova che accusa probabilmente lo sforzo (sia fisico che mentale) prodotto per raggiungere il pareggio e abbassa il proprio baricentro. La chiave per sfondare il Crotone la trova sul lato sinistro della difesa del Padova, dove Contessa non fa la fase difensiva più come prima e dove Ceccaroni inizia ad andare in difficoltà quando Budimir e Rohden iniziano ad attaccare quello spazio più e più volte.
Qui Martella serve molto bene lo svedese che si presenta solo davanti al portiere ma sbaglia calciando quello che è una cosa a metà tra un tiro ed un assist per Simy che era piazzato bene nell’area piccola.
Il Crotone insiste e proprio da quella parte trova poi il gol del definitivo vantaggio che vale i tre punti.
Barberis serve Budimir che fa da boa. Il croato appoggia nello spazio per Rohden e va ad attaccare lo spazio alle spalle dei difensori che lo marcano. Lo svedese si inserisce bene e lo serve in profondità, questa volta c’è un pizzico di fortuna con il rimpallo causato dal rinvio del difensore che sbatte sui suoi piedi e col pallone che finisce a Firenze che aveva seguito benissimo l’azione in area e che non sbaglia siglando il gol del 2-1. Complice poi anche l’espulsione di Della Rocca, il Padova non riesce a creare abbastanza volume di gioco da mettere in difficoltà il Crotone il quale difende coi denti quelli che erano l’unico vero obiettivo della gara, ovvero i tre punti.

“Non importa come, non importa se belli o brutti, conterà solo vincere”, così si era espresso Stroppa alla vigilia, ed in effetti non è stato un bel Crotone, e probabilmente ai punti il pareggio sarebbe stato il risultato più corretto. Ma i tre punti sono comunque arrivati e il tecnico bresciano ora dovrà essere bravo a sfruttare la spinta proveniente dalla vittoria, cercando di migliorare notevolmente anche la qualità del gioco, partendo dalla difesa a 4 come base, con magari un vero terzino sulla destra, e delineando meglio le gerarchie e le dinamiche della fase offensiva. Un attacco a due infatti non sembra essere la soluzione ideale visto il materiale a disposizione e vedere Budimir doversi sacrificare sulla fascia ha fatto un certo effetto e non appare ottimale come scelta per il proseguo del campionato.

 

 

 

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