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Decreto Dignità, il calcio italiano insorge

by Redazione Sport Time Calabria

L’ approvazione del Decreto Dignità da parte del Consiglio dei Ministri, capeggiato da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, ha suscitato reazioni forti e contrastanti dei maggiori esponenti del calcio italiano.

Qual è il punto di contrasto? 

Uno dei punti di forza del decreto è la lotta dello Stato contro il gioco d’azzardo attraverso un suo totale stroncamento nella fase promozionale. Ecco il passaggio specifico nella norma: ” Per il rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto alla ludopatia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisve o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”.

I maggiori club di Serie A perderanno quindi diversi introiti, essendo legati a molteplici contratti con agenzie di scommesse. Uno dei presidenti che si è esposto maggiormente è Enrico Preziosi: “Questo divieto non farà altro che peggiorare determinate pratiche. La gente non smette di fumare nonostante si siano inseriti gli slogan sulla nocività del fumo.”

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Lega di Serie A Gaetano Miccichè: “C’è preoccupazione per una diminuzione di introiti e per la tenuta occupazionale del calcio italiano. Anzi, c’è il forte rischio che con questo decreto possa aumentare il gioco clandestino in Italia. Noi siamo tra le prime 10 industrie, dobbiamo lavorare per trovare una soluzione concreta per salvaguardare il nostro prodotto contrastando in altri modi il gioco d’azzardo”.

 

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