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Milan, è beffa Fair Play Finanziario: rossoneri esclusi dall’Europa per 1 anno, ora il ricorso al TAS

by Redazione Sport Time Calabria


Violazione del Fair Play Finanziario UEFA per il triennio 2014-2017 e, dunque, addio all’Europa League targata 2018-2019. Le nubi si addensano sempre di più sul futuro del Milan, che ora, dopo la sentenza UEFA, ricorrerà al Tribunale Arbitrale dello Sport. Questo il comunicato emesso dal club di via Aldo Rossi:
“L’Adjudicatory Chamber del Club Financial Control Body (CFCB) dell’UEFA ha deciso di sanzionare AC Milan per le violazioni della normativa sul Financial Fair Play commesse da luglio 2014 a giugno 2017 con un anno di esclusione dalle Competizioni Ufficiali Europee per Club. Nel prendere atto di tale decisione, AC Milan comunica di aver richiesto al proprio pool legale di avviare la procedura di ricorso presso il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, confidando in una sollecita revisione del provvedimento”.
Una perdita di bilancio di più di 100 milioni di euro, nettamente superiore allo sforamento di 30 milioni permesso dai regolamenti UEFA in ottica Fair Play Finanziario, ma soprattutto molte incognite che aleggiano attorno alla proprietà cinese capeggiata da Li Yonghong, che tarda a reperire le risorse (circa 32 milioni di euro, più interessi) necessarie per saldare il debito nei confronti del fondo Elliott, che per altro otterrebbe la proprietà del club in caso di inadempimento. Queste le principali motivazioni che hanno indotto l’Adjucatory Chamber della Uefa a bocciare l’AC Milan, escludendolo dalla partecipazione alla prossima Europa League col seguente comunicato ufficiale:
“La camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB), presieduta da José Narciso da Cunha Rodrigues, ha preso una decisione sul caso AC Milan a seguito del rinvio del responsabile della camera di investigazione CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule).
Il club non potrà partecipare alla prossima competizione UEFA per club a cui si qualificherà nelle prossime due (2) stagioni (es: una sola competizione nella stagione 2018/19 o in quella 2019/20, in caso di qualificazione).
Contro questa decisione è possibile presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, secondo l’Articolo 34(2) del regolamento procedurale che governa l’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA, e secondo gli Articoli 62 e 63 degli Statuti UEFA.”


Nel comunicato, si legge che il l’AC Milan ha violato, in particolar modo, la regola del pareggio di bilancio, la break-even rule. Tradotto, il club rossonero non ha rispettato i requisiti di bilancio, o di break-even, che richiedono appunto al club di bilanciare le spese con i ricavi, riducendo i debiti insoluti verso altri club, giocatori e autorità sociali/fiscali. Requisiti che sono stati regolamentati dal 2013, anno a partire dal quale l’UEFA tiene costantemente sotto monitoraggio i bilanci e i debiti dei club europei: in linea teorica, a ciascun club non è permesso spendere più di 5 milioni rispetto a quanto guadagnato in ciascun periodo di valutazione (un triennio, in questo caso quello che va dal 2014 al 2017); in linea pratica, tuttavia, è concesso un limite di sforamento di 30 milioni di euro, se tale debito viene però completamente coperto da un contributo da parte della proprietà del club, o da parti ad essa strettamente correlata. Il Milan di Li, succeduto alla gestione Berlusconi nell’aprile del 2017, attualmente conta una perdita che sfora i 100 milioni di euro, ritenuta dunque non più sostenibile, nell’ottica del benessere complessivo del sistema calcio, da parte dell’Organo di Controllo Finanziario per Club dell’UEFA.
Il club di via Aldo Rossi adesso ha meno di 10 giorni di tempo per preparare le carte da presentare al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna, una tempistica strettissima nella quale Li Yonghong dovrà barcamenarsi per trovare i fondi necessari per convincere quantomeno il TAS a rivalutare la sentenza dell’UEFA, che prevede attualmente una delle misure più severe previste dal Fair Play Finanziario: l’esclusione dalle future competizioni europee. Storicamente, tuttavia, i precedenti non sorridono al Milan: tra i big europei che si sono visti negare la partecipazione figurano squadre come Galatasary, Dnipro, Stella Rossa di Belgrado, Dinamo Mosca, Panathinaikos e Partizan Belgrado. Solo nel caso di quest’ultima squadra il TAS ha ribaltato la sentenza UEFA, nel marzo del 2017, riammettendo la compagine serba alle competizioni europee dopo che la UEFA aveva predisposto un’esclusione lunga un intero triennio. Nel frattempo, il primo ciclo del Fair Platy Finanziario (2010-2017) si è concluso e dal 1° giugno 2018 è partito il secondo, con regole più ferree in ottica di aumento della trasparenza finanziaria, armonizzazione dei principi contabili e riduzione delle tempistiche per le sanzioni. Una delle regole più importanti del secondo ciclo è quella che riguarda il calciomercato: d’ora in poi, infatti, qualsiasi club che chiuda una finestra di calciomercato con un debito di più di 100 milioni di euro, sarà chiamato a dimostrare a priori di poter riassorbire il debito e raggiungere il pareggio alla fine della stagione; in caso contrario, la sanzione scatterà a partire dalla stagione immediatamente successiva.
Nel frattempo, in attesa della sentenza definitiva del TAS, Atalanta e Fiorentina si sfregano le mani: la prima avrebbe infatti accesso diretto all’Europa League 2018/2019, la seconda sarebbe ammessa tramite i preliminari.

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