Home Calcio 360º Mondiali 2018: Brasile in scioltezza, Belgio avanti col brivido

Mondiali 2018: Brasile in scioltezza, Belgio avanti col brivido

by Redazione Sport Time Calabria

Terza giornata di ottavi di finale in Russia con due delle favorite che passano il turno e che ora se la vedranno una contro l’altra nei quarti. I brasiliani sbrigano la pratica Messico abbastanza agevolmente, i belgi invece hanno bisogno di una clamorosa rimonta per battere un sorprendente Giappone.

BRASILE – MESSICO 2-0

Apre le ostilità l’affascinante sfida tra Brasile e Messico. I centramericani ci credono, specie dopo aver battuto i campioni in carica della Germania nel girone, e si schierano con un 4-3-3 con Rafa Marquez mediano davanti la difesa, Herrera e Guardado ai suoi lati; in avanti Chicharito Hernandez a fare da riferimento offensivo con la velocità e la tecnica di Vela sulla destra e Lozano sulla sinistra a supportarlo. Il Brasile risponde anch’esso col suo classico, ormai, 4-3-3 che vede il solito Casemiro a fare la gran parte del lavoro sporco davanti ai due centrali difensivi, Coutinho e Paulinho a fare da interni di centrocampo ed il collaudato tridente composto da Neymar, Gabriel Jesus e Willian in avanti.

La prima metà del primo tempo è caratterizzato dalla personalità e la spavalderia del Messico che prova addirittura a fare la gara, gestendo il pallone e cercando il varco giusto per impensierire i più quotati avversari. Col Brasile in attesa che sembra voler studiare e far sfogare allo stesso tempo i messicani.

La disposizione del Messico in fase di costruzione ed il 4-1-4-1 del Brasile in fase di attesa

Alisson, Miranda e Thiago Silva controllano al meglio gli attacchi avversari ed il Brasile rischia comunque poco o nulla, e dopo la metà della prima frazione di gioco i verde-oro prendono il controllo del match con Neymar che inizia a salire in cattedra dispensando serpentine e assist per i compagni. Ma il Messico resiste e riesce a portare al termine il primo tempo sul risultato di 0-0 che mantiene intatte le speranze di compiere un’altra impresa.

Il secondo tempo però è tutt’altra storia. I brasiliani entrano in campo decisi e motivati al massimo per portare a casa la vittoria. Il CT Osorio cambia subito qualcosa, dentro Layun per Marquez che va a sistemarsi sulla fascia destra difensiva e si piazza su Neymar, con Alvarez che, già ammonito nel primo tempo, viene spostato al centro del campo per evitare di incorrere nella seconda sanzione disciplinare. Al 51° la gara si sblocca: Neymar e Willian orchestrano un’azione che esprime tutto il loro potenziale con la stella del PSG che taglia il campo verso il centro, serve di tacco l’ala del Chelsea che gli si sovrappone dietro le spalle per poi andare ad aggirare la difesa messicana e servire in area di rigore lo stesso Neymar che nel frattempo si è inserito sul secondo palo e può così insaccare a botta sicura per la rete del 1-0.

Neymar serve di tacco Willian taglia dietro le sue spalle verso sinistra

Willian aggira la difesa messicana in velocità e serve Neymar al centro dell’area

Vantaggio e partita in discesa per il Brasile dunque che grazie al “risveglio” di Willian cambia decisamente ritmo e crea azioni pericolose in quantità, con Ochoa che è l’ultimo a mollare per il Messico e con alcuni ottimi interventi riesce a tenere in gara i suoi fino alla fine. Nel frattempo Tite perde Casemiro, ammonito, che era diffidato e che sarà un’assenza pesante nel quarto di finale contro il Belgio.

Il Messico ha un’occasione potenzialmente clamorosa per pareggiare la gara quando riesce a orchestrare un contropiede velenoso che vede Gallardo puntare l’area avversaria a gran velocità coi brasiliani scoperti sugli esterni. Hernandez fa il movimento perfetto ad allargarsi sulla destra, mentre Lozano taglia da sinistra anche lui completamente solo; Miranda e Thiago Silva, trovandosi in inferiorità numerica, coprono la parte centrale dell’area ma il portatore di palla messicano decide clamorosamente di provare il tiro da fuori area, invece di servire uno dei due compagni, e spreca così l’occasione più importante di tutta la ripresa.

Occasione sprecata da Gallardo che non serve uno dei compagni ma tira da fuori

A pochi minuti dalla fine del match arriva il 2-0 del Brasile (il terzo consecutivo) con un azione di contropiede orchestrata da Neymar, il quale velocissimo si fa tutta la fascia sinistra, entra in area di rigore e serve Firmino che, con un gioco da ragazzi, mette il pallone in rete a porta praticamente sguarnita. È la rete che chiude definitamente la gara per un Brasile che ancora una volta è sembrato badare molto al sodo, mostrando una grande solidità difensiva ed un’ottima organizzazione di squadra. Una maturità, forse inaspettata, che mette in guardia tutte le pretendenti al titolo.

BELGIO – GIAPPONE 3-2

Alle ore 20 si è giocato quello che forse doveva essere l’ottavo di finale più scontato, Belgio contro Giappone. Una partita che si è rivelata poi incredibile, che ha offerto tantissime emozioni e che si è decisa, come molte altre gare di questo Mondiale, all’ultimo minuto di gioco.

Il Belgio si è schierato con una formazione super-offensiva che sulla carta veniva disegnata come un 3-4-3 con due esterni come Carrasco a sinistra e Munier a destra che non sono certo dei terzini, De Bruyne in mezzo al campo con Witsel e col tridente collaudato formato da Mertens sulla destra, Hazard sulla sinistra e Lukaku centrale. In fase di costruzione i due esterni diventavano, a seconda dello sviluppo dell’azione, delle vere e proprie ali aggiunte con l’esterno opposto che copriva ed uno dei due centrali che si allargava a coprire la zona lasciata scoperta. Un tema tattico molto importante, infatti se c’è stata una situazione di gioco che il Belgio ha sofferto sono stati proprio i cambi di gioco con i quali il Giappone è stato bravissimo a mettere in difficoltà la difesa belga. Giappone che si è predisposto con un 4-2-3-1 con Inui e Haraguchi larghi sulla trequarti, non a caso saranno proprio loro ad andare a segno per i nipponici, e Kagawa a supporto dell’unica punta Osako.

In costruzione quasi un 4-2-4 per il Belgio, col Giappone in attesa piazzato con un classico 4-4-2

Da notare come appunto il Belgio cercasse il più possibile gli uno contro uno in fase offensiva a costo di lasciare spazi importanti dietro per le ripartenze del Giappone. Il primo tempo è combattuto col Giappone che si rende pericoloso un paio di volte, ma col Belgio che esce alla distanza ed inizia a costruire azioni su azioni peccando però di lucidità, complice forse un po’ di sufficienza nell’atteggiamento iniziale. Lukaku domina in area ma non riesce a concretizzare, Hazard e Mertens partono larghi ma si accentrano spesso per lasciare la corsia a Meunier o a Carrasco in costante proiezione offensiva.

Mertens taglia verso il centro, attirando il terzino e lasciando la fascia libera per Meunier

Anche qui, come in Brasile-Messico, il primo tempo si conclude a reti inviolate. Nessuno può immaginare, a questo punto, quello che succederà nella ripresa. L’inizio della seconda frazione è, infatti, uno shock per i ragazzi di Martinez col Giappone che nel giro di 4 minuti, tra il 48° ed il 52°, piazza un uno-due che stenderebbe al tappeto qualsiasi squadra. Il primo a colpire è Haraguchi che, servito in profondità, sfrutta una dormita di Vertonghen e si invola verso la porta riuscendo a battere Courtois con un bel destro in diagonale sul secondo palo.

Situazione da cui nasce il gol del vantaggio giapponese

Il raddoppio arriva invece grazie all’ottimo Inui che segna grazie a uno splendido tiro da fuori area che soprende Courtois. Il Belgio a questo punto tira fuori gli attributi, mette da parte i leziosismi di troppo del primo tempo ed inizia ad assaltare l’area giapponese con decisione. Al 65° due cambi decisivi per Martinez: Fellaini per Mertens e Chadili per Carrasco. Centimetri e forza fisica sono quello di cui il Belgio ha bisogno, secondo il proprio CT, scelta questa che si rivelerà alla fine vincente.

Nel frattempo il Giappone tutto fa tranne che chiudersi a proteggere il doppio vantaggio. I nipponici infatti vanno alla ricerca, quasi spasmodica, della terza rete che avrebbe chiuso il discorso, ma così facendo concedono incredibilmente spazi enormi per le ripartenze del Belgio.

Gli enormi spazi concessi dal Giappone nonostante il doppio vantaggio

Parlavamo di centimetri e forza fisica che hanno fatto la differenza. Ed infatti l’uno-due belga che rimette la partita in parità arriva proprio grazie a due gol di testa. Il primo, parecchio casuale, lo firma Vertonghen che si fa così perdonare lo svarione sul primo gol subito. Sugli sviluppi di un’azione confusa in area il centrale belga colpisce di testa da posizione defilata un pallone che i giapponesi non sono riusciti a spazzare, e supera in modo beffardo Kawashima con la palla che si infila sul secondo palo. La rete del pareggio la firma Fellaini che, al centro dell’area di rigore, raccoglie un cross teso di Hazard e sovrasta il diretto avversario insaccando con un potente colpo di testa.

Le emozioni non finiscono qui. Entrambe le squadre cercano di vincerla fino alla fine. Il Giappone non vuole accontentarsi del pareggio, e anzi ci prova con convinzione a riprendersi quello che qualche minuto prima sembrava davvero ad un passo. È il 93° minuto, e tutti si aspetterebbero che ad avere l’ultima chance prima degli imminenti supplementari sia il Belgio, ma non è così. Calcio di punizione per il Giappone da 30 metri circa, sul pallone il subentrato Honda che calcia con un violento sinistro sul quale arriva Courtois, il quale però è costretto a mettere in calcio d’angolo concedendo “un’altra ultima chance” ai giapponesi. Calcio d’angolo battuto male con lo stesso Courtois, che dopo aver bloccato, quasi non crede ai suoi occhi quando capisce che servendo immediatamente i compagni questi avrebbero potuto sfruttare il folle posizionamento degli avversari. Parte quindi il contropiede guidato dal velocissimo De Bruyne, Lukaku taglia verso il centro portandosi con se un difensore giapponese, Meunier arriva come un treno sulla fascia destra sguarnita, il fuoriclasse del City lo serve e lui mette in mezzo, Lukaku è lucidissimo a fare un velo per l’accorrente Chadili che non può fare altro che segnare per il gol che manda in visibilio il popolo belga.

Il contropiede che ha regalato la vittoria al Belgio all’ultimo secondo

Belgio che dunque accede, come previsto, ai quarti di finale anche se nessuno si sarebbe immaginato che sarebbe accaduto in questo modo. Il Giappone inspiegabilmente ha continuato ad attaccare, lasciando spazi dietro, anche quando era in doppio vantaggio e ha peccato sicuramente di inesperienza. Di contro i belgi hanno confermato le loro potenzialità offensive praticamente illimitate ma hanno messo in evidenza anche delle lacune tattiche importanti in fase difensiva. Martinez probabilmente cambierà qualcosa in vista dei quarti, che si preannunciano spettacolari, contro il Brasile. Pensiamo infatti che serva un po’ di equilibrio in più, se si vuole aspirare a diventare a tutti gli effetti una candidata alla vittoria finale.

Related Articles

Leave a Comment