Nell’epoca della “spending review”, nell’epoca del fair play finanziario del calcio, la maggior parte delle risorse dovrebbero essere dirette verso i giovani, in questo caso verso il settore giovanile.
E già perchè, negli anni, i settori giovanili hanno fatto le fortune dei club italiani che forse in maniera troppo repentina hanno dimenticato l’importanza di fare calcio partendo dai più piccoli.
Gli esempi europei non mancano: il Barcellona – attualmente uno dei club più importanti al mondo – attraverso la Macìa ha iniziato ad imprimere la mentalità vincente sin dai primi anni di scuola calcio ai più piccoli.
Grazie ad una fitta rete di collaboratori e scout, la società blaugrana riesce a formare dei piccoli fenomeni, i quali crescono acquisendo le stesse competenze tattiche ma soprattutto mentali dei più grandi, dei loro idoli.
Un’altra società al top in tema di settore giovanile è senza dubbio l’Ajax: i lancieri ne hanno fatto praticamente una ragione di vita e citare solo alcuni dei campioni partiti dal club di Amsterdam sarebbe davvero pleonastico.
In Italia c’è ancora chi crede nei giovani o forse non ha mai smesso di farlo.
Quel qualcuno è l’Atalanta che ha trovato in Gianpiero Gasperini il perfetto interprete della politica societaria e che continua a sfornare talenti: Gagliardini, Conti, Barrow, Caldara, Melegoni e Bastoni sono solo alcuni degli “enfants terrible” che sono o stanno diventando grandi.
Oppure è il caso dell’Inter che – per il secondo anno consecutivo – si aggiudica il Campionato Primavera battendo in finale (come la scorsa stagione) la Fiorentina e vincendo il nono scudetto eguagliando così il Torino. La squadra di Vecchi, tra l’altro, è diventata una vera e propria bestia nera per Bigica, ex centrocampista viola ora allenatore della primavera toscana. Sono infatti 3 – con questa – le finali perse dai giovani viola contro i pari età nerazzurri, se aggiungiamo lo Scudetto 2017 e il Torneo di Viareggio alzato al cielo ancora dai meneghini. Sono ancora 3 i trofei di Vecchi in questa stagione: il già citato Viareggio e la Supercoppa contro la Roma.
Questa volta però non sono bastati i 90 minuti per decidere il match ma bensì ci sono voluti i tempi supplementari con i nerazzurri che hanno sbloccato la gara al 93′ grazie a una rete di Facundo Colidio (2000), attaccante argentino arrivato dal Boca Juniors e che vale già 7 milioni di euro. Al minuto 107 è poi arrivato il raddoppio di Rover, il quale era subentrato a gara in corso.
Ma ci sono altri profili interessanti nella squadra di Mister Vecchi: uno di questi è il difensore centrale Bettella (anche lui classe 2000) che potrebbe già dalla prossima stagione approdare in Serie B a farsi le ossa. Oppure il belga Emmers, centrocampista di qualità e quantità, per il quale il Genoa avrebbe già effettuato un sondaggio. Allo stesso modo anche alcuni dei giovanotti viola sono di assoluto valore: uno su tutti Gabriele Gori, centravanti di 187 centimetri ma dotato di una grande agilità oltre ad un’ottima tecnica individuale. Il classe ’99 sosterrà il ritiro estivo con la prima squadra per poi magari essere ceduto in prestito. Saranno aggregati alla prima squadra anche il portiere Michele Cerofolini, alto 191 cm e coetaneo di Gori, ed il numero 10 (in tutti sensi) Riccardo Sottil, figlio di Andrea ex difensore di Serie A e reduce da una promozione in B alla guida del Livorno.
Ed è proprio a Livorno che il giovane Riccardo potrebbe andare a giocare, sperando di trovar spazio, perché le caratteristiche di questo ragazzo sembrano davvero di altri tempi: un numero dieci classico, quel trequartista tutto estro e fantasia che non trova più spazio nei nostri campionati.
Insomma, una sfilza di ragazzi talentuosi che però (ahi noi) la maggior parte delle volte non trovano continuità di prestazioni. Crediamo sia questa la più grande sfida di questi club: far sì che la carriera di questi ragazzi non resti solo una mera speranza.