Ieri 22 Giugno 2018 è stata scritta una pagina importante della storia dell’atletica italiana. Nella gara più prestigiosa di tutte, quella sui 100 metri piani, Filippo Tortu sprinter italiano di appena 20 anni, è riuscito nell’impresa di scendere sotto il tempo dei 10 secondi. Il precedente record italiano, che durava da ben 39 anni, apparteneva al mitico Pietro Mennea che nel ’79 fermò il cronometro a 10″01, già questo fa capire la portata di ciò che è successo ieri a Madrid.
Filippo Tortu nasce a Milano ma ha chiari origini sarde, da parte di padre. Origini di cui va estremamente orgoglioso, tant’è vero che “Quando mi chiedono di dove sono, rispondo che sono sardo“. Il padre Salvino è un ex velocista e si sta dimostrando fondamentale nella gestione degli impegni e della crescita del figlio fenomeno. Filippo, infatti, non ha bruciato le tappe, spesso si è preso periodi di pausa per non sovraccaricare di sforzi eccessivi il suo fisico, ha scalato tutte le varie categorie in modo costante ed anche i suoi tempi sono andati sempre migliorando anno dopo anno.
La gara che gli cambia la vita è quella che va in scena l’ 8 Giugno 2017 allo stadio Olimpico di Roma sui 200 metri, l’evento più atteso della competizione. Al via ci sono metà dei finalisti delle Olimpiadi di Rio 2016. Cinque degli otto partenti hanno conquistato almeno una medaglia d’oro olimpica o mondiale tra 100 e 200 metri. Insomma, livello altissimo, e Filippo fa un figurone riuscendo ad arrivare quarto dopo essere stato in testa all’uscita dalla curva. Tempo 20″28 che basta a fare di lui il terzo duecentometrista italiano più veloce di sempre dopo Andrew Howe ed ovviamente Pietro Mennea. Quella di Roma è la gara da cui non si torna più indietro. È la qualificazione diretta ai Mondiali, è il tassello che lo porta ad essere il miglior velocista azzurro e rappresenta, per come è arrivata, la prova che ha il carattere per emergere anche ad altissimi livelli. “È la gara più bella che abbia fatto finora, sicuramente” commenterà in seguito.
Almeno fino a ieri quando è riuscito ad abbattere il “muro dei sogni” per ogni centometrista, ovvero quello dei 10″. 9″99 per la precisione è stato il tempo che lo ha laureato migliore italiano di sempre. Il terzo europeo “bianco” nella storia a riuscire nell’impresa, insomma un’investitura non da poco soprattutto considerando la sua giovanissima età ed i grandi margini di miglioramento. Ma dove può arrivare Filippo? Beh, battere i record italiani, per quanto epici e duraturi, è un conto; lottare contro i primi al mondo della specialità è tutt’altra cosa. Il primo obiettivo della stella italiana deve essere ora quello di diventare un atleta da finale, che sarebbe già una grandissima cosa. A vantaggio di Filippo c’è il fatto che lui non ha mai fatto exploit inaspettati, dopo i quali di solito si rischiano infortuni o comunque periodi psicologicamente difficili, ma piuttosto ha avuto un miglioramento continuo e costante nel tempo, col papà-allenatore che ne ha gestito le energie e gli impegni al meglio. Una cosa è sicura però: questo ragazzo potrebbe riaccendere la passione, un po’ sopita, degli italiani per l’atletica leggera in generale e per le gare veloci (100 e 200 metri) nello specifico, dato che anche solo pensare ad un italiano in finale dei 100 metri alle Olimpiadi fino a qualche tempo era pura follia, ora non più.