Home Calcio 360º Massimo Palanca simbolo di un calcio che non c’è più, 30 anni dalla sua ultima gara

Massimo Palanca simbolo di un calcio che non c’è più, 30 anni dalla sua ultima gara

by Redazione Sport Team Calabria

“La Palanca vale?” Chiunque da piccolo abbia giocato a calcio in strada, con gli amici, ha fatto o si è sentito porre questa domanda. Magari senza sapere da cosa o da chi derivasse. Ed in effetti il termine palanca equivale al gol segnato direttamente da calcio d’angolo e prende il nome da Massimo Palanca calciatore simbolo del Catanzaro degli anni ’80. E nonostante questo calciatore non sia mai stato dimenticato nel capoluogo calabrese ma crediamo anche in regione, quest’oggi c’è un motivo in più per omaggiarlo in quanto esattamente 30 anni fa indossò per l’ultima volta la maglia delle aquile. Era il campionato’ 89/’90 ed i giallorossi militavano in serie B, Palanca, l’uomo dei gol da corner (ben 13) calcò il manto erboso del “Ceravolo” per l’ultima volta subentrando a Criniti in un Catanzaro-Barletta che sanciva la retrocessione dei calabresi in C1.
Ma non importava. Per una volta, in un calcio che stava cambiando avvicinandosi a quello dei giorni scorsi, il risultato non contava. In quegli istanti contava solo alzarsi in piedi e tributare una strameritata standing-ovation per l’uomo coi baffi (undici stagioni condite da due promozioni in A e miglior marcatore di sempre dei giallorossi in A) che aveva fatto sognare una generazione intera e non solo.

Se infatti Palanca non si rivede più in un calcio moderno ormai povero di quei valori da lui evidenziati, i ragazzini di tutto lo stivale da Verbania a Siracusa, che abbiano una od un’altra fede calcistica, continueranno a chiedere se…”la palanca vale” mantenendo dunque per sempre vivo un gesto tecnico che non ha tempo, spazio o colori ma solo una magia infinita.

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