Home Serie C [LARGO AI GIOVANI] – Incontriamo Gabriele Germinio

[LARGO AI GIOVANI] – Incontriamo Gabriele Germinio

by Redazione Sport Team Calabria

“Largo ai giovani” è la rubrica di STC che si occuperà di farvi conoscere alcuni tra i migliori giovani prospetti delle nostre squadre calabresi.

Per la prima “puntata” abbiamo intervistato in esclusiva Gabriele Germinio. Nato a Crotone il 1 Gennaio 1998 è un difensore centrale attualmente in forza al Rende.

Ciao Gabriele, per prima cosa due parole sulla sconfitta contro la Viterbese che ha decretato la vostra eliminazione dalla Coppa Italia.

“Un vero peccato! Abbiamo disputato un’ottima partita, ma non siamo riusciti a concretizzare la mole di gioco creata, loro invece alla prima occasione vera hanno segnato e hanno portato a casa la vittoria”

Il vostro nuovo allenatore è Francesco Modesto, crotonese come te, come ti stai trovando con lui?

“Molto bene. È uno che segue molto noi giovani e ci dà continuamente consigli ed indicazioni”

Mister Modesto applica, come ci ha spiegato nell’ultima intervista, il 3-4-3 stile Juric/Gasperini. Tu che posizione occupi precisamente?

“Attualmente sto giocando in difesa sul centro-destra.”

Ok. Ora parliamo un po’ di te e della tua storia. Raccontaci della tua infanzia calcistica e di dove sei cresciuto come giocatore.

“Da bambino e ragazzo ho sempre giocato nella Big Sport (scuola calcio storica di Crotone ndr) facendo tutte le categorie giovanili fino agli allievi. Dopo sono passato al FC Isola Capo Rizzuto, società che militava in Eccellenza, per giocare nella squadra Juniores di mister Marsala. Alla fine della prima stagione fui già aggregato alla prima squadra, guidata da mister Mesiti, con la quale feci l’esordio più qualche altra presenza. L’anno successivo ho fatto 20 presenze con un gol, e l’anno dopo il 2016/2017 ho fatto 30 presenze, sempre con un gol, nella storica annata che ha regalato la promozione in serie D al FC Isola CR guidata da mister Salerno.”

Gabriele tu arrivi da una famiglia numerosa, quanto ha inciso nella tua crescita come calciatore e come uomo?

“Crescere in una famiglia numerosa mi ha dato tanto, innanzitutto perchè non potevo pensare sempre e solo a me stesso. È stata anche una fortuna perchè i miei genitori hanno sempre saputo gestire al meglio i diritti e i doveri di noi figli, senza mai opprimerci o starci troppo addosso, ma facendoci però guadagnare ogni cosa. ‘Giochi a calcio se vai bene a scuola’ era il motto diciamo (ride)Inoltre avendo scalato le categorie dal basso, non ci sono mai state vere e proprie garanzie che il calcio potesse essere il mio futuro a tutti gli effetti, quindi ringrazio i miei genitori che mi hanno comunque supportato ad ogni scelta che ho fatto. Il calcio infatti sappiamo come possa essere anche spietato e magari farti ritrovare fuori dal giro da un momento all’altro.”

Beh adesso comunque giochi in C probabilmente da titolare a 20 anni, molti firmerebbero per trovarsi a questo punto della carriera non credi?

“Sì, è sicuramente una gran cosa! Ma io comunque continuo anche a studiare e sono iscritto al secondo anno di CTF (Chimica e Tecnologie Farmaceutiche) all’Università di Cosenza. E vorrò laurearmi anche se dovessi arrivare a giocare in categorie ancora più importanti.”

Tornando al calcio giocato, a chi ti ispiravi da piccolo?

“Sicuramente Alessandro Nesta, era il mio idolo. Ma crescendo comunque credo sia importante staccarsi da questo tipo di discorsi per concetrarsi su se stessi e su quello che sarai in grado di fare tu in campo.”

Tatticamente quali sono le tue caratteristiche?

“L’importante è che mi fai difendere! (ride) Gioco da centrale difensivo ma mi adatto anche a fare il terzino”

Il salto dall’Eccellenza alla serie C, quali sono le principali differenze?

“Il livello di professionalità generale è molto diverso. A Isola c’è stata molta professionalità, ma nelle partite e nelle varie competizioni che giocavi ti accorgevi di star giocando comunque nei dilettanti. In C è completamente diverso, ti rendi conto che ci sono giocatori che vivono di calcio, mentre il Eccellenza spesso molti avevano un lavoro “vero”. Qui trovi giocatori che invece al calcio ci dedicano anima e corpo, te ne rendi conto anche dalle piccole cose: dagli esercizi in allenamento, dalla prevenzione, dalla vita sana, il modo di preparare le partite ed il conseguente atteggiamento in allenamento, è tutto completamente diverso.
Mentalmente devi essere sempre pronto e sempre a disposizione del mister, perchè se abbassi un po’ la guardia, specie noi giovani, ‘ti mangiano vivo’. Anche se non hai grandissime qualità con la mentalità giusta puoi arrivare secondo me, la mentalità la cosa più importante.”

Che obiettivo avete quest’anno a Rende?

“Beh la salvezza il prima possibile è sicuramente l’obiettivo. Siamo una squadra molto giovane, pensa che in difesa attualmente siamo tre under: un ’98, un ’97 ed un ’99. Quindi pensiamo prima a salvarci e se poi, come l’anno scorso, dovesse arrivare qualcosa in più tipo i playoff ce li andremo a giocare a viso aperto.”

Hai appena rinnovato vero?

“Si, ho firmato un biennale fino al 2020”

Qual è il tuo sogno?

“Guarda, nonostante io sia in generale un gran sognatore, so essere anche un tipo molto pratico e obiettivo. Una cosa è certa, giocherò fino a quando penserò di poter arrivare ad alti livelli, non ho intenzione di vagabondare da una parte all’altra in cerca di un ingaggio a tutti i costi. Quindi se in futuro dovessi rendermi conto di non poter raggiungere determinati livelli, avrei comunque altre strade da percorrere nella la mia vita.”

Una domanda sul calcio calabrese in generale. Che idea ti sei fatto l’anno scorso avendone incontrate parecchie di squadre calabresi?

“Da quando ero piccolo vedevo il Crotone giocare in B ed in C e ricordo che sentivo sempre parlare dei derby ‘il derby contro il Catanzaro, quello contro la Reggina, contro il Cosenza etc.’ Poi a ritrovartici dentro, sul campo, è tutta un’altra cosa. È un’emozione incredibile. Sono tutte piazze caldissime, ed è davvero difficile giocare queste partite. Noi addirittura abbiamo vinto tutti i derby tranne uno, quello pareggiato col Cosenza in casa. Nei derby si respira un’aria magica, senti proprio l’attaccamento del pubblico alla maglia, tutte le tifoserie calabresi sono molto passionali!

Una piazza che invece ti ha colpito fuori dai confini calabresi?

Caserta. Nei playoff praticamente c’erano 8000 persone che cantavano e sostenevano la squadra. Noi che eravamo in panchina quasi guardavamo più gli spalti che la partita stessa. Purtroppo poi perdemmo la partita per 2-1 con un gol preso nel finale.”

Ok Gabriele, grazie della bella chiacchierata, un saluto ed un in bocca al lupo per questa stagione a te e al Rende!

“Grazie a voi di STC, alla prossima!”

Related Articles

Leave a Comment