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[LARGO AI GIOVANI] – Incontriamo Niko Kirwan

by Redazione Sport Team Calabria

Nuovo appuntamento con la rubrica di STC “Largo ai giovani” nella quale andiamo a conoscere alcuni tra i giovani più interessanti che attualmente militano tra le diverse squadre calabresi.
Nel caso ve le foste perse ecco i link alle interviste precedenti:

-Gabriele Germinio (Rende)
-Luka Markovic (ex Crotone – ora Juventus)
-Michele Carrozza (Vibonese)
-Cristian Riggio (Catanzaro)
-Michele Cerofolini (Cosenza)

La storia di oggi è davvero speciale.

Abbiamo incontrato Niko Kirwan, terzino destro della Reggina. Niko nasce ad Auckland il 4 Settembre 1995. Il papà, John Kirwan, è stata una leggenda del rugby neozelandese, campione del mondo con gli “All Blacks” nel 1987. John ha giocato anche in Italia, più precisamente a Treviso, tra il 1985 ed il 1989, periodo durante il quale conobbe poi sua moglie e futura mamma di Niko, l’italiana ed ex giocatrice di pallavolo Fiorella Tomasi.

 

Ma vediamo nel dettaglio cosa Niko ci ha raccontato di sé e della sua storia.

Ciao Niko. La prima domanda sorge spontanea: un neozelandese il cui papà è stato un “All Black” che diventa un calciatore, raccontaci com’è successo.

“Quando ero piccolo mio padre è venuto in Italia per fare il coach della nazionale di rugby quindi diciamo che da quando avevo circa 6 anni sono cresciuto e ho trascorso alcuni qui in Italia. In quel periodo tutti i miei amici giocavano ovviamente a calcio, in giardino a scuola, quindi mi è venuto naturale avvicinarmi al calcio piuttosto che al rugby.”

Dopo il periodo in Italia dove hai vissuto?

“Dopo l’Italia, mio padre ha fatto il coach del Giappone per 4 anni circa per poi tornare ad allenare in Nuova Zelanda. In quel periodo sono tornato a vivere a Auckland.”

A che punto è il calcio in Nuova Zelanda?

“È in fase di crescita. A livello mediatico non è ancora molto seguito e non è neanche molto praticato, se lo paragoniamo al rugby o al cricket, ma è comunque cresciuto tanto negli ultimi anni.”

Che rapporto hai avuto col rugby? Quanto ti ha influenzato avere il papà che hai avuto, a livello sportivo?

“Da piccolo, in giardino, giocavo spesso con lui e in estate mi divertivo a fare tornei di “touch rugby” che è come il rugby classico ma senza contatto diciamo. Quindi sì, lo giocavo, ma non a livelli “seri”. Poi ovviamente, come neozelandese, la passione e l’amore per il rugby è una cosa praticamente innata, da noi è come una vera e propria religione.”

Parlaci delle tue prime stagioni da calciatore in Nuova Zelanda ed in che ruolo giocavi.

Sono cresciuto e ho esordito nel Team Wellington con cui due stagioni fa abbiamo vinto il campionato. In quel periodo giocavo nel ruolo di mezzala e giocai 16 partite (praticamente tutte ndr) collezionando un gol e un assist.”

Come nasce il trasferimento al Mestre nella scorsa stagione?

“Volevo venire in Italia a giocare, così ho mandato un mio video coi miei highlights a diverse società. Il Mestre mi contattò per un periodo di prova che coincise con tutto il ritiro estivo, e a fine ritiro decisero di ingaggiarmi.”

Nella stagione a Mestre hai totalizzato 22 presenze, com’è stato l’approccio col calcio italiano?

“Mi sono trovato bene. Sono arrivato in un ambiente molto bello, con un mister molto bravo, Zironelli, che mi ha insegnato tanto. È stato lui a credere che nel ruolo di esterno destro avrei potuto fare la differenza: noi giocavamo col 3-5-2 e mi ha messo come quinto a destra, e da lì in poi mi è piaciuto sempre di più giocare sulla fascia.”

Ora nella Reggina giochi come terzino nella difesa a 4 e dobbiamo dire che sembra davvero il tuo ruolo naturale per come lo interpreti.

“Sì, parlai subito col mister che mi disse di volermi far giocare come terzino, quindi in ritiro ho lavorato tantissimo sulla fase difensiva, dato che rispetto all’esterno del 3-5-2 è richiesta molta più abilità nelle chiusure e nelle diagonali. Poi, essendo stato mister Cevoli un difensore centrale, mi è andata davvero bene in quanto sto imparando tanto da lui.”

Niko, nonostante le varie problematiche inerenti a stadio e società, il gruppo ha sempre dato l’impressione di essere molto unito e di dare tutto in campo.

“Sì, il nostro è un grandissimo gruppo. Sin dal primo giorno ci siamo trovati molto bene. Essendo poi una squadra giovane in molti viviamo nello stesso palazzo e quindi stiamo praticamente sempre insieme. Ed avere un gruppo unito come il nostro nei momenti di difficoltà può davvero fare la differenza.”

Sul campo i risultati sono stati fino ad ora alquanto altalenanti, ma comunque quasi in linea con l’obiettivo stagionale, e potete sicuramente fare meglio. Quanto è importante da questo punto di vista il ritorno al Granillo, coinciso tra l’altro con una vittoria?

“Importantissimo. Sentire il calore dei propri tifosi, la spinta e l’incitamento che ti danno, ti aiuta a dare sempre il massimo.”

Anche se contro la Paganese non è stata forse la vostra migliore performance, avete sentito un po’ la pressione per dover vincere a tutti i costi?

“Beh sì, era una di quelle partite fondamentali. Quando hai solo 2 punti in classifica affronti ogni partita come una battaglia, e la Paganese tra l’altro non merita di averne così pochi. Noi forse eravamo un po’ nervosi per dover vincere per forza, ma ti assicuro che dopo i primi minuti la tensione non la senti più e devo dire che comunque abbiamo fatto noi la partita ed alla fine abbiamo meritato di vincere.”

Dove può arrivare questa Reggina?

“Per capire davvero dove potremo arrivare saranno importantissime le prossime partite. Dopo la pausa infatti andremo a giocare a Catania, poi il 28 giocheremo il recupero del derby a Catanzaro e poi ne avremo altre difficili (Rieti e Sicula Leonzio ndr). Quindi siamo chiamati a lavorare durissimo e a cercare di fare il nostro meglio.”

Quale squadra avversaria o giocatore avversario ti ha colpito maggiormente fino a questo momento?

“Senza dubbio il Rende. È una squadra che col suo tipo di gioco riesce a metterti in difficoltà, e sulla fascia avevo come avversario Blaze che è davvero veloce e che spingeva tantissimo.”

Nel tuo periodo da adolescente in Nuova Zelanda seguivi comunque il calcio italiano?

“Sì l’ho sempre seguito anche se non potevo guardare le partite in diretta, viste le 12 ore di differenza di fuso orario, ma non mi non perdevo mai gli highlights e le notizie in generale. In Nuova Zelanda è comunque molto più seguita la Premier League rispetto alla serie A.”

Tifavi per qualche squadra in particolare, avevi un idolo italiano?

“Sì, tifavo per la Juventus e il mio idolo da ragazzo era Del Piero. Mentre in Inghilterra ho sempre avuto una passione per il Manchester United.”

Come terzino invece chi è il tuo preferito attualmente?

“In assoluto penso che Marcelo sia il più forte terzino al mondo. In serie A mi piace tantissimo Cancelo, invece.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Giocare in serie A. so che è molto difficile ma non mi pongo limiti e voglio arrivare il più in alto possibile.”

La tua famiglia che rapporto ha col calcio? Riescono a seguire le tue partite nonostante vivano in Nuoza Zelanda?

“Sì sì, i miei genitori e mio fratello si svegliano sempre alle 2/3 di notte per guardare le mie partite in diretta, non se ne perdono una.”

Fantastico. Comunque la tua famiglia è nata e vive all’insegna dello sport, addirittura dai tempi del tuo bisnonno…

“Sì, assolutamente. Il nonno di mio padre era anche lui un All Black. Mia mamma faceva la giocatrice di pallavolo, così come lo faceva mia sorella Francesca che però ora è tornata a giocare a beach volley in Nuova Zelanda. Mentre mio fratello Luka pratica canottaggio, sempre in Nuova Zelanda. Praticamente a cena, o in generale in famiglia parliamo solo di sport!

Davvero un bellissimo esempio Niko. Grazie per la tua disponibilità e simpatia, ti auguriamo un proseguo di stagione pieno di soddisfazioni, a te ed ovviamente anche alla Reggina.

“Grazie a voi di Sport Team Calabria, ed alla prossima!”

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